Trasferito da Gela a Palermo bimbo nato dal sesso incerto
Il piccolo, nato nella provincia di Caltanissetta, è stato portato al Policlinico di Palermo, dove nei prossimi giorni verranno svolti accertamenti per stabilire se è maschio o femmina
E’ stato trasferito a Palermo il bambino dal sesso incerto nato nei giorni scorsi a Gela. Il piccolo gode di buona salute e sarà sottoposto a una serie di esami approfonditi per chiarire il sesso, ma servirà almeno una settimana di tempo. Il neonato sarà sottoposto in particolare ad accertamenti ormonali, genetici ed ecografici. «Solo dopo – spiegano i medici del Dipartimento infantile del Policlinico di Palermo – si deciderà se intervenire chirurgicamente o con terapie specifiche».
Si tratta di una malformazione rarissima che colpisce un bambino su quattro mila. Ogni anno in Italia si registrano circa cento casi come questo, cioè di bambini che hanno i genitali esterni femminili ma i cromosomi maschili, o viceversa. Bimbi all’apparenza maschi, ma femmine per Dna. Secondo i medici il bimbo, il primogenito di una coppia di genitori sulla trentina di anni, è nato con genitali ambigui. Una patologia estremamente complessa non solo dal punto di vista medico-scientifico.
Il caso ha colpito il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, il quale si è mostrato preoccupato per una possibile «violazione della privacy», sulla quale, ha detto, vorrà indagare e ha aggiunto :«Mi chiedo se sia stato corretto, visto il caso così delicato e soprattutto per il futuro del bimbo, divulgare la notizia. Sarebbe stato certamente meglio mantenere l’assoluta riservatezza». L’ex sindaco di Gela ha inoltre manifestato un’altra preoccupazione: «Spero che non venga fatta violenza su questo bambino, nell’ipotesi in cui si riscontri che si tratta di un ermafrodita (ovvero con i genitali di entrambi i sessi). Dovrà essere lui, quando sarà in grado di capirlo, a decidere se essere maschio o femmina. Ricordo che una sentenza della corte costituzionale colombiano ha stabilito che la volontà del bambino prevale anche rispetto a quella dei genitori»
A fare chiarezza sul punto ci ha pensato il Primario di Ostetricia dell’ospedale di Gela, che ha dichiarato: «Per ora stiamo parlando un’anomalia esterna, seppur piuttosto rara: la conformazione dei genitali è tale che non permette una corretta valutazione. In pratica stiamo dicendo che è difficile identificare il sesso del bambino. L’ermafroditismo è un’altra cosa: non si può escludere, ma è solo una delle possibilità. Io assolutamente non andrei troppo avanti con le ipotesi, proprio nell’interesse del bambino e della famiglia. Quanto alla privacy – dice il dottor Palmeri – io non so chi abbia fatto trapelare le notizie. Ricordo che del caso si è cominciato a parlare dopo che la madre è stata dimessa e che in ospedale ci sono altri pazienti: chi può impedire, in queste situazioni, la fuga di notizie?».
Saranno comunque gli esami che saranno svolti a Palermo in questa settimana ha dare una risposta alle tante domande e ipotesi, tra cui quella per cui la malformazione derivi dall’inquinamento ambientale della zona di Gela. Tale ipotesi non è da escludere, ma non può al momento trovare conferma.