Pubblicato: Sab, 4 Gen , 2014

Terra dei fuochi, Napolitano scrive a don Patriciello

Napolitano: “La serietà del fenomeno dei roghi tossici non può permettere di abbassare la guardia” ­­­

 

Il Presidente Giorgio Napolitano insieme a don Patriciello

Il Presidente Giorgio Napolitano insieme a don Patriciello

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha scritto una lettera a don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, comune in provincia di Napoli, impegnato nella difesa del proprio territorio, la Terra dei fuochi, quotidianamente violentato dai roghi tossici. Un fenomeno grave, ha sottolineato il Presidente nella missiva, che non consente di “abbassare la guardia”.

L’incidenza dei tumori, in queste zone, è molto alta. Se in Italia, ogni giorno, si registrano mille nuovi casi di tumore, in Campania ne vengono segnalati cento. Il cancro a maggiore incidenza è quello al colon retto. E’ un’epidemia che non risparmia nessuno, uomini donne e bambini. E, proprio, al presidente Napolitano e a papa Francesco si erano rivolte le mamme dei bambini colpiti da gravi neoplasie, riconducibili al criminale inquinamento della Terra dei fuochi, per sollecitare interventi concreti.

Il capo dello Stato ha chiesto, perciò, a don Maurizio di farsi portavoce presso le famiglie interessate, esprimendo “l’intima partecipazione al loro dolore, confidando che non abbandonino la fiducia nell’impegno delle istituzioni, reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini che non si contentano di denunciare i crimini subiti, ma sostengono con le loro iniziative le operazioni di monitoraggio e di bonifica dei siti”.

“Ci terrorizza pensare che i carnefici di questo scempio potranno guadagnare ancora sulla nostra pelle – avevano dichiarato con preoccupazione, a proposito delle bonifiche, le mamme campane ospiti, domenica scorsa, della trasmissione de La7 Servizio pubblico, condotta da Sandro Ruotolo”.

Al parroco di Caivano, il presidente Napolitano ha assicurato il suo “costante impegno a sollecitare, a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime”.

La popolazione delle province di Napoli e di Caserta è esasperata. Troppi si sono impegnati a intervenire, promettendo e non mantenendo, intenso è stato il via vai di ministri in queste terre negli ultimi due anni.

  “Ho affrontato l’argomento in varie occasioni – ha ricordato Napolitano nella missiva al parroco – sia in ripetuti contatti con competenti autorità locali sia sollecitando, presso le autorità governative, l’adozione di provvedimenti adeguati alle necessità più urgenti riscontrate alla luce di elementi emersi di recente. Malgrado l’impegno dispiegato dallo Stato, la questione richiede ancora energie e attenzione. Sebbene il territorio colpito e danneggiato sia circoscritto, e non esteso all’intera Campania, la serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia”.

  Intanto, dal primo gennaio una rappresentanza dell’associazione de La Terra dei fuochi, attende Napolitano in piazza Trieste e Trento, a Napoli, presso il caffè Gambrinus. E’ qui che il capo dello Stato si reca a fare colazione, per tradizione, quando, tra Capodanno e l’Epifania, trascorre un breve periodo di riposo nella residenza presidenziale partenopea di Villa Rosebery.

  “Vogliamo che il presidente Napolitano risponda a una sola domanda – scrive Angelo Ferrillo sulla pagina Facebook dell’associazione -: in tutti questi anni lei dov’era? Dov’era quando il traffico dei rifiuti tossici  interrati e bruciati raggiungeva l’apice di questa vergognosa pagina di storia della nostra terra”?  La Terra dei fuochi “è una realtà”, ricorda lo striscione issato dai manifestanti. Una realtà che è stata tenuta nascosta e ignorata per troppo tempo da chi aveva responsabilità istituzionali. Ne erano a conoscenza i magistrati che, già nel 1993, avevano raccolto le dichiarazioni di Carmine Schiavone, esponente dei casalesi oggi collaboratore di giustizia, che, pentendosi, aveva ricostruito l’affare del traffico illecito dei rifiuti. Le parole del collaboratore di giustizia sono contenute in 6.200 pagine di verbale, di queste 1.200 sono ancora secretate. Ne erano a conoscenza i politici che nel 1997, quando Giorgio Napolitano era ministro dell’Interno, avevano ascoltato Schiavone nella Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti.

  Il presidente Napolitano chiede di esere informato costantemente sulla situazione, tant’è che conclude la lettera manifestando a don Patriciello la disponibilità “a ricevere nei prossimi giorni un aggiornamento sulle sue valutazioni circa esigenze e istanze della popolazione”.

  Nel frattempo, a un mese dal decreto legge sulla Terra dei fuochi, i roghi tossici continuano. Le azioni criminali che attentano all’ambiente, alla salute, all’immagine e all’economia della Campania, si ripetono, ogni giorno. Il disastro civile e ambientale si consuma ancora.

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