Pubblicato: Lun, 26 Giu , 2017

Siccità

Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha chiamato a raccolta le forze regionali per far fronte all’emergenza.

Continua e si aggrava l’emergenza acqua anche in Toscana: da ottobre ad oggi sono piovuti almeno 200 millimetri di acqua in meno della media. E quando ci sono, le rare piogge sempre più si concentrano in poche ore producendo disastri e ingenti danni.

Il governatore Enrico Rossi ha riunito un vertice con gli assessori regionali, l’Autorità idrica, il Consorzio Lamma, le associazioni agricole, sono stati adottati i primi provvedimenti come l’entrata in funzione di 25 pozzi, due di questi a Laterina, sono state individuate le azioni per far fronte alle necessità ed è stato chiesto al Governo nazionale lo stato di emergenza. Anche il Valdarno è naturalmente interessato a simile calamità di cui, a detta della scienza, noi occupanti della terra portiamo le maggiori responsabilità. La siccità porta con sé grosse difficoltà per le colture e per le riserve di acqua idropotabile. Le dighe valdarnesi di Levane e di La Penna risultano ancora a livelli adeguati, ma intanto i Comuni della zona, Terranuova Bracciolini, Loro Ciuffenna, Laterina, Cavriglia, Montevarchi hanno adottato ordinanze antispreco vietando ogni uso di acqua per scopi diversi da quelli alimentari e igienici.

Il cambiamento climatico che rende estremi i fenomeni naturali, e alcune ipotesi non fantascientifiche accreditano scenari biblici, è dovuto all’uomo e alla sua dissennatezza, come l’ultima disastrosa del disastroso Trump che ha disconosciuto gli accordi di Parigi che provavano a mettere un freno alle immissioni di gas serra, in particolare di anidride carbonica responsabile del 63% del riscaldamento globale che determina i cambiamenti ambientali. Gli effetti sul clima, dunque, nella fase attuale, sono irreversibili e sempre più dirompenti, possiamo solo abituarci a conviverci.

I danni, ad esempio, all’economia agricola toscana sono già stimati: la produzione di cereali è crollata del 40% con punte del 70% per il mais; foraggi, ortaggi, pomodori e frutta segnano perdite intorno al 50%, come anche in difficoltà è l’apicoltura; viti ed olivi hanno subito danni dal 20 al 40%; l’allevamento bovino ed ovino perde circa un 10%; la floricoltura registra una diminuzione del 20%. Ma soprattutto le difficoltà di approvvigionamento d’acqua, se non riusciremo a risolverli con l’introduzione di un uso più razionale e il contenimento degli sprechi, potrebbero condurre alla desertificazione di intere regioni, alla penuria d’acqua e alla carestia per milioni di persone. E anche noi, nelle nostre città della parte ricca del globo, non siamo poi così distanti, specie se l’uomo medio non toglierà il paraocchi che fa scegliere i Trump di turno e ignorare anche ciò che si vede, dalla condizione più penosa: patire la sete.

Fulvio Turtulici per Radio 100 passi community Valdarno

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