Shutdown e default, la crisi americana ad una svolta
Possibile spiraglio per evitare il default USA, repubblicani disposti ad aumentare temporaneamente il tetto del debito
All’undicesimo giorno di shutdown e ad una sola settimana dalla deadline del 17 ottobre, oltrepassata la quale gli Stati Uniti sarebbero in default, potrebbe essere stata trovata una soluzione alla crisi di bilancio americana.
La proposta dei repubblicani, guidati dallo speaker della Camera John Boehner, è quella di un innalzamento temporaneo, di sei settimane, del tetto del debito in cambio dell’inizio di vere trattative sul bilancio. L’offerta del GOP pare aver trovato la disponibilità della Casa Bianca e dei democratici che detengono la maggioranza al Senato, il presidente Obama ha comunque rilanciato la palla in campo repubblicano invitando ad isolare le ali più estreme del Tea Party e ha ribadito l’intangibilità della riforma sanitaria. Inoltre è stato richiesto al partito di Boehner di approvare il bilancio in modo da mettere fine allo shutdwon, il quale, qualora dovesse continuare ancora, inizierebbe a far sentire i suoi effetti sull’economia americana.
La scelta dei repubblicani di cedere e mettere sul tavolo un innalzamento temporaneo del debito, oltre alle sincere preoccupazioni per l’economia, anche mondiale, come ricordato in questi giorni dal presidente BCE Draghi, probabilmente è stato causato dai primi sondaggi che indicano come circa il 70% degli americani addossi la colpa della crisi al GOP; esattamente come accaduto in occasione dell’ultimo shutdown nel 1996 che vide i repubblicani pagare un prezzo salato alle urne. Sempre i risultati elettorali, questa volta delle presidenziali del 2012, danno forza al presidente nel suo essere irremovibile sull’Obamacare, le scorse elezioni infatti sono state vissute come un referendum sulla riforma, consultazione che ha visto l’inequivocabile vittoria dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
La possibile fine dello stallo sul bilancio Usa ha fatto volare le borse, già ieri, ai primi rumors di accordo, i listini europei erano tutti positivi e Wall Street ha fatto registrare un +2%.