Grillo e l’ “affaire” reato di clandestinità
Il leader del Movimento Cinque Stelle prende le distanze dall’emendamento proposto ieri dai senatori Buccarella e Cioffi, afferenti al Movimento stesso
La proposta dell’emendamento alla Bossi-Fini che abolisce il reato di clandestinità ha suscitato la prevedibile indignazione della Lega, ma anche quella del Movimento Cinque Stelle, attraverso la voce rabbiosa di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Artefici di questa strana comunanza di opinioni tra leghisti e grillini sono proprio due senatori del M5S, Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, che hanno presentato alla Commissione Giustizia un emendamento alla discussa legge Bossi-Fini relativo all’abolizione del reato di clandestinità, ossia uno dei punti maggiormente salienti e controversi della legge sull’immigrazione.
La reazione di Grillo riguardo la proposta di emendamento è stata dura e violenta, principalmente nei riguardi dell’autonoma presa di posizione dei due senatori, colpevoli di non aver prima consultato il Movimento. Il leader M5S giustifica la sua viscerale accusa sostenendo che l’abolizione del reato di clandestinità non rientra nel programma politico previsto, in quanto rappresenterebbe un plateale invito a raggiungere senza restrizioni il nostro paese – “quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”.
In realtà sembra che l’indignazione dell’accoppiata Grillo-Casaleggio non sia tanto nel contenuto dell’emendamento, quanto nella proposta stessa di questo. I due senatori rispondono sostenendo di aver agito secondo la loro professionalità, ma mettono in discussione la legittimità della loro scelta e affermano che, qualora il Movimento decida di non sostenere l’emendamento, si atterranno al volere generale. Tuttavia c’è da chiedersi se il volere generale del M5S corrisponda a quello reale della società italiana – come ha sostenuto Grillo nei numerosi comunicati che si sono susseguiti oggi sul suo blog – o se in realtà non si tratti di una consapevole scelta volta a moderare l’impegno del Movimento, al fine di continuare a garantirsi l’appoggio tra gli elettori orientati verso destra.