Sequestro milionario al boss Diotallevi
Ancora una volta l’ex-capo della “Banda della Magliana” al centro delle attenzioni delle forze dell’ordine e della magistratura
Torna a far parlare di sé la famigerata “Banda della Magliana”. Questa volta è Ernesto Diotallevi, ex boss della banda, a salire agli onori della cronaca per il sequestro di beni riconducibili a lui e alla sua famiglia, per un valore di circa 1 milione di euro.
I Carabinieri e la Guardia di Finanza della Capitale su ordine della Procura di Roma, nel quadro dell’“Operazione Trent’anni”, hanno sequestrato al boss il 50% della società “C Immobiliare s.r.l” e l’intera “Lampedusa s.r.l.” operante nel settore della cantieristica, a queste si aggiungono ben 27 beni mobili, tra cui diverse opere d’arte.
Non è la prima volta che Diotallevi subisce un tale provvedimento, già ad inizio novembre erano stati sottratti al noto criminale diversi beni; quella volta il valore complessivo fu di oltre 20 milioni, tra questi c’erano anche un prestigioso appartamento in piazza Fontana di Trevi, un residence in Sardegna e diversi conti correnti.
Secondo gli inquirenti, le indagini e i sequestri degli ultimi mesi dimostrano l’inalterato valore criminale di Diotallevi e la grande capacità di nascondere e accumulare ricchezza eludendo le norme fiscali stando a capo di una «complessa realtà economico criminale». Nel particolare l’acquisto di svariate opere d’arte è, secondo gli investigatori, un raffinato modo per riciclare denaro. Le opere in questione non solo hanno un’elevata tenuta del valore ma, non essendo sottoposte ad alcun regime di registrazione particolare, sono facilmente occultabili in caso di controlli o sequestri.