No ai matrimoni omosessuali in Australia
La Corte Costituzionale si schiera contro le decisioni del Parlamento del Territorio di Canberra in merito alla legittimità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso
Nel mese di ottobre l’Australia aveva registrato un grande successo con l’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali, da parte del Parlamento del Territorio di Canberra. Dal mese scorso hanno così cominciato a celebrarsi i primi matrimoni tra persone dello stesso sesso, unioni che adesso vengono annullate per effetto della sentenza della Corte Costituzionale australiana, che ha sancito l’incostituzionalità della legge.
Motivo della sentenza consiste nella differenza giurisdizionale tra il livello federale e quello degli Stati e dei Territori in cui è suddivisa politicamente l’Australia: dopo l’emanazione della legge di ottobre, il governo australiano ha fatto ricorso alla Corte, ritenendo che la legalizzazione o meno dei matrimoni omosessuali debba essere di competenza federale e non dei singoli paesi; secondo il governo, infatti, una differenza legislativa tra uno stato australiano e l’altro provocherebbe confusione e fin troppa mobilità esclusivamente ai fini ”matrimoniali”.
Il pronunciamento della Corte non solo ha annullato la legge precedentemente emanata ed i matrimoni fino ad adesso contratti, ma mantiene anche saldi i principi del Marriage Act, secondo cui il matrimonio federalmente riconosciuto è soltanto quello tra uomo e donna. In realtà rinviare la decisione alla Corte rappresentava, per il Territorio di Canberra, una sconfitta ancor prima della sentenza definitiva: nonostante in tutti gli stati australiani siano permesse le unioni civili tra persone dello stesso sesso, l’ipotesi di un matrimonio gay è stata da anni palesemente osteggiata da classe dirigente ed opinione pubblica. Emblematica a questo riguardo è la lettera aperta, scritta nel marzo del 2012, firmata da più di 150 medici e psicologi afferenti alle più grandi strutture e gruppi di ricerca di tutta l’Australia, che hanno condannato i matrimoni gay perché considerati lesivi per la salute e la crescita di una famiglia equilibrata.