Addio ad Arnoldo Foà
È morto a Roma Arnoldo Foà. Attore, regista e doppiatore, è stato uno dei più importanti esponenti della cultura del XX secolo
fotografie di Mat Nardone
Si è spento sabato a Roma, a pochi giorni dal suo novantottesimo compleanno, Arnoldo Foà.
Nato a Ferrara da una famiglia di origine ebraiche il 24 gennaio 1916, sin da giovane manifesta il suo amore per il mondo della recitazione. Purtroppo nel 1938, a causa delle leggi razziali, è costretto ad abbandonare il Centro Sperimentale di Cinematografia; nonostante le difficoltà non demorde e pur di recitare userà dei nomi fittizi e si accontenterà anche di sostituire saltuariamente gli attori in malattia. Rifugiatosi a Napoli durante la guerra inizia a lavorare per la radio degli Alleati, la PWS, e proprio dai microfoni di questa annuncerà, sul versante anglo-americano, l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Caduto il fascismo e finita la guerra può finalmente incominciare a lavorare iniziando una carriera senza pari. Sia a teatro che in cinema o in TV ha collaborato con i più grandi registi: da Strehler a Visconti passando per Deray, Welles e Damiani solo per citarne alcuni. La sua inconfondibile voce gli regalò, inoltre, grandissime soddisfazioni anche alla radio e nel doppiaggio.
Fu tra coloro che contribuirono a creare Radio Rai dalle macerie dell’EIAR partecipando fino a tempi recenti a svariate trasmissioni. Da doppiatore ha prestato la voce ad Anthony Quinn in numerose pellicole oppure, tra gli innumerevoli, a Kirk Douglas in “Il grande cielo” e a Peter Ustinov in “Quo vadis”, senza dimenticare l’aver fatto da voce narrante in “La Bibbia” o nel più recente “La fabbrica di cioccolato”.
L’avanzare dell’età non gli aveva impedito di continuare a calcare, fino a pochissimi anni fa, le scene, sia teatrali, suo vero grande amore, che televisive e cinematografiche.
Tantissimi, come immaginabile, le onorificenze e i premi ricevuti. Degno di essere menzionato è il diploma honoris causa del Centro Sperimentale di Cinematografie nel 2008, 70 anni dopo che fu costretto ad abbandonarlo per le ignominiose leggi razziali.
Questa mattina la camera ardente al Campidoglio ha visto sfilare numerose persone che hanno voluto rendere omaggio a uno dei più grandi personaggi culturali italiani del ‘900.