Pubblicato: Mar, 20 Mag , 2014

“Menti raffinatissime”: le intuizioni di Giovanni Falcone nell’Italia di oggi

Incontro-dibattito alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, in occasione del 22° anniversario della strage di Capaci

10277569_761407970545909_4531857876399083266_nIn occasione del 22° anniversario della strage di Capaci, giovedì 22 maggio, alle ore 17, si svolgerà incontro-dibattito presso l’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, dal titolo: “MENTI RAFFINATISSIME: Le intuizioni di Giovanni Falcone nell’Italia di oggi”, organizzato da Antimafia Duemila, dall’associazione culturale Falcone e Borsellino e dall’associazione universitaria ContrariaMente – R.U.M.

L’evento è inserito all’interno della 3 giorni di celebrazioni che si svolgeranno in memoria del giudice Falcone, ucciso per mano mafiosa nella ormai famosa strage di Capaci, in cui persero la vita oltre al magistrato anche la moglie, Francesca Morvillo, e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Trascorsi ormai 22 anni dalla loro morte, a Palermo si respira un’aria diversa. Una voglia di resistenza pervade la città, la voglia di non piegarsi al volere mafioso. Sono molti più, dopo anni, i liberi cittadini e le associazioni che si mobilitano e si interessano al contrasto alla criminalità organizzata. Troppe sono state le uccisioni di uomini importanti, uomini che hanno cercato, facendo semplicemente il loro dovere, di distruggere dall’interno quello che era – ed è ancora – un cancro senza tregua della Sicilia e dei siciliani.

Giovanni Falcone parlò di “menti raffinatissime” in occasione del mancato attentato dell’Addaura. Cosa intendeva dire il giudice Falcone con quelle parole? Il senso era chiaro: che non erano solo le menti dei mafiosi ad aver pianificato il suo attentato; a volere la sua morte erano in più, erano menti – appunto – raffinatissime.

Oggi, alla luce delle recenti indagini svolte dai magistrati all’interno del processo sulla Trattativa Stato-Mafia, quelle dichiarazioni appaiono quantomeno fondate. Ecco il perchè di un seminario di approfondimento in cui ad intervenire sono proprio loro, i magistrati del “Pool”. Saranno presenti infatti i pp.mm. Nino Di Matteo, Domenico Gozzo, Sebastiano Ardita. E insieme a loro figure giornalistiche che da anni si occupano di questioni di mafia come: Saverio Lodato, Giorgio Bongiovanni, Silvia Resta e Anna Petrozzi.

Di seguito il programma completo della giornata:

Giovedì 22 maggio, ore 17.00, Aula Magna di Giurisprudenza

Interverranno:

– Nino Di Matteo, pubblico ministero presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo;

– Domenico Gozzo, pubblico ministero presso la Procura di Caltanissetta;

– Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto presso la Procura di Messina;

– Saverio Lodato, giornalista;

– Silvia Resta, giornalista;

– Giorgio Bongiovanni, giornalista e direttore del giornale Antimafia Duemila;

– Anna Petrozzi, giornalista e caporedattore del giornale Antimafia Duemila.

 

Agli studenti di Giurisprudenza partecipanti verrà attribuito 1 CFU.

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