Pubblicato: Mer, 29 Gen , 2014

Voto di scambio, il Senato approva il ddl

Da anni magistrati e associazioni antimafia chiedono una riforma per punire più facilmente la compravendita di voti in terra di mafia

Risparmio, primo ok Senato a tetto 30% voti fondazioniIl Senato ha approvato, con 168 sì, quattro no e 66 astensioni, il ddl contro il voto di scambio politico mafioso. Nell’aula di Palazzo Madama la maggioranza: a favore hanno votato Pd, Sc, Popolari per l’Italia, M5S e Lega. Nuovo Centrodestra e Forza Italia si sono astenuti e l’astensione al Senato vale voto contrario. Ora il testo passerà alla Camera dei Deputati per l’approvazione e la conclusione dell’iter legislativo. Il testo prevede una condanna da 7 a 12 anni per chi chiede voti alla mafia e per chi li promette o li fa arrivare.

Rispetto al testo licenziato dalla Camera ci sono delle modifiche all’articolo 416-ter del codice penale. Il Senato ha inasprito le pene per il reato di voto di scambio: da 7 a 12 anni di carcere invece dei 4-10 anni precedentemente proposti. Mentre ha introdotto il principio di punibilità del politico che “si mette a disposizione” dell’organizzazione mafiosa. Proprio su questo punto hanno protestato Forza Italia e Gal, che hanno cercato di inserire nel testo la specifica «consapevolmente» in relazione al procacciamento dei voti, ossia che sia punito soltanto il candidato di cui si possa provare la consapevolezza della provenienza criminale dei consensi che gli sono stati offerti.. Tale proposta non è stata approvata, perché provare in tribunale la «consapevolezza» potrebbe rivelarsi molto difficile, dal momento che «non sapevo che fossero criminali» è proprio la linea di difesa più comune tra i politici finiti finora sotto inchiesta per avere accettato pacchetti di voti da personaggi più o meno sconosciuti.

Il testo approdato nell’emiciclo del Senato recita: «chiunque accetta la promessa di procurare voti in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione è punito dai 7 ai 12 anni di reclusione». Non solo scompare il termine «consapevolmente» ma si aggiunge la «promessa» dell’eletto per soddisfare «interessi o esigenze dell’associazione» criminale andando così ben oltre la promessa di denaro.

Soddisfatto il Pd per il testo approvato dal Senato. Felice Casson (Pd), vicepresidente della commissione Giustizia, che si è battuto per modificare il testo uscito dalla Camera commenta così: «L’approvazione del 416ter da parte del Senato è una buona notizia per il Paese, perché è stata finalmente messa a punto una norma che costruisce uno strumento più utile alle indagini, alle forze di polizia e alla magistratura. È stata cosi« in parte colmata una carenza del nostro ordinamento. Ora è necessario che questo provvedimento venga approvato al più presto in modo definitivo e che si prosegua su questo impulso per approvare ulteriori provvedimenti che spezzino e puniscano in modo definitivo tutti i rapporti tra politici e mafia».

Fi e Gal hanno considerato il testo «peggiorativo».«Se passa questo testo – avverte Alessandra Mussolini (FI) – vorrà dire che dovremo fare campagna elettorale direttamente dalle procure. Saranno i magistrati a doverci dire con chi potremo parlare o meno..».

Il gruppo M5s del Senato, in una nota, nel rivendicare il merito dell’approvazione del ddl ha denunciato i tentativi di Fi e Ncd «di depotenziare e distruggere l’impianto della legge con una serie di emendamenti a dir poco vergognosi». E ha pubblicato tutti i nomi e cognomi dei parlamentari di Fi, Ncd e Gal che hanno votato contro la legge.

Don Luigi Ciotti commenta positivamente e dice: «L’approvazione del Senato è una bella notizia. Ora la Camera trasformi definitivamente questa proposta in una legge rispondendo concretamente alla sollecitazione di oltre 377mila cittadini, che hanno firmato la petizione della campagna ‘Riparte il futuro’, promossa da Libera e Gruppo Abele».

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