Riparte con tanti problemi la Città dei Ragazzi
Lo storico parco giochi dedicato ai bambini di Palermo riprende part-time le sue attività, tra sporcizia e insubordinazione del personale
di Matilde Geraci
Ha riaperto da un paio di settimane la Città dei Ragazzi, storico luogo dedicato al divertimento e all’educazione culturale di intere generazioni di bambini palermitani, a due passi dalla Palazzina Cinese. Per il momento la fruizione della struttura comunale sarà a tempo ridotto, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30, grazie al personale ex – Gesip che curerà sia le attività di animazione che quelle di manutenzione del verde. Si spera, però, che gli orari di apertura vengano presto prolungati al pomeriggio.
«È un momento importante – dichiara soddisfatto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – perché rappresenta un importante spazio di vivibilità e socialità per i bambini e le bambine, quindi anche per tutti i cittadini».
«Pur fra mille difficoltà operative – aggiunge l’assessore alle Attività Sociali, Agnese Ciulla – stiamo recuperando tanti luoghi destinati all’attività ludica e alla socializzazione dei minori, strumenti indispensabili per la crescita e per lo sviluppo di un senso di comunità. Nelle prossime settimane, grazie alla collaborazione con gli enti e le associazioni del Terzo Settore, riapriremo anche la ludoteca di piazza Marina».
La Città dei Ragazzi è considerata da sempre uno dei pochi spazi verdi del capoluogo siciliano, centro di aggregazione non soltanto per i più piccoli. Nata nel 1956 col proposito di orientare ed educare i bambini attraverso i giochi e l’interculturalità, la struttura, nel pieno spirito dell’epoca, si pone subito come il punto di arrivo di quell’impegno civile che si faceva portavoce di un vasto movimento culturale che individuava, proprio nell’infanzia, le risorse necessarie per ricostruire l’intera società segnata dalle tragedie della Seconda Guerra Mondiale.
All’interno della cittadella vennero, infatti, attivati numerosi laboratori ludico-educativi, costruito un percorso fluviale navigabile con il battello, come anche un trenino, un castello con un piccolo palcoscenico, una biblioteca, ma anche tanto altro.
Una struttura certamente all’avanguardia, non soltanto per quegli anni, ma anche per la Sicilia, spesso considerata fanalino di coda dell’Italia e che ora, invece, viene apprezzata da tutta l’Europa, grazie proprio alla particolare attenzione rivolta ai fanciulli.
Nel 1960, però, la Città dei Ragazzi inspiegabilmente chiude, lasciando tanto amaro in bocca a bambini e adulti. Da allora son trascorsi ben 37 anni, arrivando al 1997, anno in cui Palermo poté riappropriarsi di uno spazio talmente importante. Non, però, senza difficoltà. Oltre ai periodi di apertura e di chiusura, che si alternano come le stagioni, infatti, la struttura che oggi si offre al pubblico non è più certamente quella di una volta.
Al di là dell’apertura a mezzo servizio e alla chiusura nel weekend (che toglie a molti genitori lavoratori la possibilità di portarvi i propri figli), in tanti hanno lamentato la sporcizia dell’intera area e in particolare dei bagni, ai limiti dell’inagibilità. C’è, poi, il problema del personale utilizzato per la manutenzione del verde, attinto dalla Gesip e selezionato dal Comune. Si tratta di lavoratori che, fino al venerdì precedente l’apertura della Città dei Ragazzi, hanno svolto la funzione di autista per disabili, lavoro per il quale hanno ottenuto la qualifica.
“Per questo motivo, ogni mattina si recano al lavoro, ma si rifiutano di eseguire il servizio di pulizia, rimanendo comunque all’interno dell’area fino all’orario di chiusura”, come riferisce il responsabile della struttura, l’architetto Giuseppe Parisi.
Una dura presa di posizione, che ha scaturito l’immediata contestazione disciplinare da parte dei dirigenti della Gesip nei confronti di uno dei lavoratori assunti, che replicava l’esistenza di quattrocento dipendenti della società con la qualifica di pulizieri e che il tuo titolo, ottenuto a proprie spese, è quello di autista specializzato nel trasporto dei disabili. Nemmeno Palazzo delle Aquile è rimasto a guardare. L’Amministrazione comunale ha, infatti, disposto che tutti quegli operai che non hanno svolto le mansioni di pulizia, adducendo motivi di salute, vengano sottoposti a visita fiscale. Soltanto due dei dieci dipendenti, chiamati a prestare servizio, hanno continuato a svolgere le pulizie negli spazi comuni e nei bagni, pur non essendo questa la loro mansione.
«Si tratta di una situazione (e relativa gestione) temporanea – tiene a precisare l’architetto Parisi – e chi parla di degrado esagera. Siamo in attesa di definire meglio l’organizzazione per ricevere altre unità di personale da parte del Comune, anche per poter garantire un più esteso orario di apertura al pubblico e attivare tutte le attrazioni di cui dispone la Città dei Ragazzi, come il trenino, in attesa delle attività di verniciatura e manutenzione, e il battello, per il quale aspettiamo invece che venga effettuata la pulizia e il riempimento del canale».