Parlamento Europeo: via da Strasburgo?
Ai voti la decisione di unificare le sedi del Parlamento Europeo, attualmente site a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo
Ieri gli eurodeputati sono stati chiamati a votare in merito al rapporto Fox-Häfner volto all’unificazione delle due sedi delle sessioni plenarie del Parlamento Europeo, Bruxelles e Strasburgo. Con 483 voti favorevoli gli eurodeputati hanno dichiarato la volontà di unificare i lavori all’interno della sede di Bruxelles, dove si svolge concretamente l’attività del Parlamento.
La “transumanza” dei deputati a 435 km di distanza per sole 12 sedute l’anno risulta infatti particolarmente inefficiente ed inefficace. Lo spostamento degli staff, del personale amministrativo e degli stagisti non fa che creare settimane di caos, rappresentando così una perdita di tempo e, soprattutto, di denaro.
Altro spreco da non sottovalutare è quello ambientale, in quanto è stato valutato che lo spostamento verso la sede francese comporta l’emissione di circa 19 mila tonnellate di CO2, senza considerare l’impiego energetico relativo all’avviamento della struttura in termini di elettricità e riscaldamento.
La scissione del Parlamento in tre sedi, di cui quella di Lussemburgo non prevede le sessioni plenarie, ha avuto nella storia una particolare rilevanza diplomatica, ma attualmente la crescita del potere e della rilevanza dell’istituzione ormai è tale che viene resa necessaria una sua ben precisa definizione geografica.
Il consolidamento del Parlamento è un chiaro segnale di voler dare un senso di unità e coesione, evidenziando ulteriormente la capitale belga ormai ritenuta il fulcro del potere europeo, tentando di attutire così le istanze euroscettiche che si moltiplicano a vista d’occhio.