Non c’è pace per Parmalat, da rieleggere il CDA
Torna a far parlare di se Parmalat, oggi si sono dimessi 9 membri su 11 del Consiglio di Amministrazione
Nuovo colpo di scena alla Parmalat. L’azienda di Collecchio, dopo essere stata salvata dal certo fallimento ed essere stata acquisita dai francesi di Lactalis sembrava essersi messa alle spalle tutti i problemi, complici anche i sorprendenti ed ottimi risultati economici.
A scuotere la società sono state le dimissioni di ben 9 membri del CDA su 11. Per essere precisi, ad aver rassegnato l’incarico sono stati: Gabriella Chersicla, Francesco Gatti, Yvon Guerin, Marco Jesi, Daniel Jaouen, Marco Reboa, Antonio Sala, Franco Tatò e Riccardo Zingales. Il motivo è la guerra con la Procura che con questa mossa a sorpresa, ma non troppo secondo gli esperti, potrebbe finalmente arrivare ad una tregua definitiva.
Pietra dello scandalo è l’affare LAG, la controllata americana di Lactalis che la casa-madre francese avrebbe di fatto venduto a se stessa usando il tesoretto messo da parte da Parmalat durante la gestione commissariale di Bondi. La Procura, partendo dalla denuncia del fondo americano Amber, azionista di minoranza di Parmalat, aveva indagato e chiesto la revoca di tutto il CDA in quanto, secondo i pm, c’erano delle chiare violazioni della normativa sul conflitto di interessi. Il Tribunale però, a novembre, aveva rigettato la richiesta degli inquirenti (i quali hanno fatto ricorso) limitandosi ad ordinare la sostituzione del solo Marco Reboa, responsabile, secondo la sentenza, di alcuni illeciti penali nell’operazione con gravi ingerenze contrarie all’interesse di Parmalat.
La decisione dei consiglieri di dimettersi ha una duplice funzione. La prima, quella ufficiale, è di rasserenare il clima con la Procura e fare un passo indietro senza pregiudicare il destino dell’azienda che, in caso di ribaltamento della sentenza in appello, rischiava il commissariamento con la revoca coatta del CDA. Il secondo obiettivo, per Lactalis forse di pari importanza al primo, è l’estromissione del fondo Amber, dalla cui denuncia sono nati i guai con la Procura. Gli americani, infatti, hanno nel frattempo venduto parte delle loro azioni quindi al momento di votare il nuovo CDA, che sostituirà quello dimessosi oggi, non avranno i voti necessari per eleggere dei loro rappresentanti in seno al Consiglio.
A parte le vicende della proprietà ad interessare di più i lavoratori e gli altri piccoli investitori sono i risultati economici del gruppo. Oggi stesso Parmalat ha pubblicato i dati preliminari per il 2013: il fatturato è cresciuto del 3,7% mentre la redditività lorda del 2,8%. A questo si aggiunga che il titolo, l’anno scorso, è salito di ben il 38%. Risultati più che ottimi se si considera che i consumi di latte sono in diminuzione in molti mercati.