Libia, dipendenti rapiti chiedono il rilascio
Ancora nessuna richiesta di riscatto
Dopo il rapimento in Libia di Francesco Scalise e Luciano Gallo, due operai edili, alla General World non è ancora arrivata alcuna richiesta di denaro, come accade di frenquente in sequestri di questo genere. A quanto apprende l’Adnkronos, in queste ore, gli altri dipendenti dell’impresa di Crotone che si occupa di lavori stradali hanno espresso la volontà di rientrare in Italia.
Sono ore di apprensione per le famiglie dei due operai edili scomparsi il 17 gennaio. Scalise di Pianopoli e Gallo di Feroleto, entrambi comuni del catanzarese, non hanno fatto ritorno in cantiere alla fine del turno di lavoro. “Sono in contatto costante con la famiglia di Luciano Gallo – dice all’Adnkronos il sindaco di Feroleto, Pietro Fazio – sono stato a casa loro, c’è molta preoccupazione per le notizie circolate sulla stampa di un presunto rapimento da parte di un gruppo armato”.
“C’è da aspettare purtroppo”, prosegue il sindaco, che riferisce anche che per Gallo si trattava del primo viaggio di lavoro in Libia. “E’ partito per la prima volta il 9 gennaio – spiega Fazio – l’ultima volta l’ho incrociato durante le feste di Natale. A quanto mi ha detto sua moglie, non sembrava preoccupato per questo viaggio. Purtroppo l’esigenza di andare in Libia a lavorare – conclude il primo cittadino – è stata dettata dalla mancanza di lavoro”.