La querela di Saviano archiviata e il dovere di rettifica
La querela seguiva alla pubblicazione di articoli in cui si riprendeva la richiesta del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”.
di Umberto Santino
Il 21 gennaio 2013, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, Barbara Callari, ha depositato un’ordinanza di archiviazione della querela di Roberto Saviano contro il direttore del quotidiano Liberazione, Dino Greco, e il giornalista Paolo Persichetti. La querela seguiva alla pubblicazione di articoli in cui si riprendeva la richiesta del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo di rettificare un’affermazione contenuta nel libro La parola contro la camorra di Roberto Saviano, secondo cui il film I cento passi avrebbe “riaperto il processo” per il delitto Impastato. Il Centro, in una lettera-diffida dell’ottobre 2010, dimostrava che i processi contro i mandanti dell’assassinio erano cominciati prima dell’uscita del film, nel settembre del 2000, e che già nel 1998 si era costituito, presso la Commissione parlamentare antimafia, un comitato per indagare sul depistaggio delle indagini. Alla lettera-diffida l’editore Einaudi rispondeva che “ulteriori iniziative diffamatorie” sarebbero state “perseguite nei termini di legge”. Una richiesta di verità veniva scambiata per “diffamazione”. La memoria di Peppino Impastato, infangata da chi lo voleva terrorista e suicida, è stata salvata e si è ottenuta giustizia, con le condanne dei responsabili, nonostante i depistaggi operati da rappresentanti della magistratura e delle forze dell’ordine, grazie all’impegno dei familiari, di alcuni compagni di militanza e del Centro Impastato. Il film ha fatto conoscere Peppino Impastato al grande pubblico ma non ha avuto, né poteva avere, alcun effetto da punto di vista giudiziario. Di queste vicende si parla nel volume di chi scrive Don Vito a Gomorra, pubblicato nel 2011, e nel libro Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, pubblicato per iniziativa del Centro nel 2012, terza edizione della relazione della Commissione parlamentare antimafia. ll Centro prende atto del provvedimento del Tribunale di Roma e invita ancora una volta autore ed editore ad effettuare la rettifica di affermazioni non veritiere. Sappiamo che non ci sono mezzi legali per imporla. Chiediamo semplicemente un atto di onestà intellettuale.