La maledizione dei parcheggiatori abusivi
In tanti si chiedono come mai le forze dell’ordine sembrano indifferenti di fronte a un problema di tale portata. Qui di seguito spieghiamo perchè la legge, talvolta, è inerme.
di Alessandro Salvia
La figura dei parcheggiatori abusivi è tristemente nota a tutti quei poveri automobilisti che, almeno una volta nella vita, hanno dovuto fronteggiare la prepotenza di questi individui. Questo tipo di illecito è contemplato nell’ art. 7 c.15-bis del Codice della Strada, e la sanzione può raggiungere i 3000 euro, tuttavia, il C.d.S. non contempla la figura del parcheggiatore abusivo “sul suolo pubblico”. In poche parole, per legge, è considerato parcheggiatore solo chi esercita tale professione in una zona di parcheggio privato e non, per esempio, in una piazza. Questo fa si che l’ abusivo che “chiede” soldi sul suolo pubblico non possa essere perseguito secondo il C.d.S. I parcheggiatori più agguerriti, con le parole o con i gesti, ricattano coloro che non hanno intenzione di pagare, lasciando intendere che potrebbero subire danni alla propria autovettura. Un ricatto di fronte al quale il cittadino, non sentendosi tutelato dalla giustizia, è costretto a cedere. Nella fattispecie si concretizza il reato di “estorsione” e “minacce”, passando dunque dal Codice della Strada al Codice Penale. Anche qui, però, si presenta un ostacolo. Per reati simili bisogna prima procedere ad una querela della parte lesa, ovvero il cittadino dovrà esporsi per procedere all’identificazione dell’estorsore, rendendo di fatto note le proprie generalità alla persona querelata. Anche in questo caso, purtroppo, la paura di ritorsioni impedisce al cittadino di fare la cosa giusta. Va aggiunto, inoltre, che spesso i parcheggiatori abusivi risultano nullatenenti, il che significa che non pagheranno mai le sanzioni inflitte. Cosa che, ovviamente, scoraggia oltremodo il cittadino a denunciare il torto subito.