Django domina il box office in Italia
Arriva dagli Usa dove finora ha incassato 138 milioni di dollari. Distribuito in 541 copie raccoglie 3,4 milioni di euro nei primi quattro giorni di programmazione.
di Claudio Licata
È uscito il 18 Gennaio Django Unchained ed è subito re degli incassi in un box office italiano di nuovo dominato dai film americani. Arriva dagli Usa dove finora ha incassato 138 milioni di dollari. Distribuito in 541 copie, il filmone di Quentin Tarantino che affronta il tema dello schiavismo in chiave spaghetti western raccoglie 3,4 milioni di euro nei primi quattro giorni di programmazione (6.386 la media per sala), cifra record in Italia per il regista, e scalza dal trono Muccino, scivolato in quarta posizione con “Quello che so sull’amore”. Spodestato anche Tornatore, con “La migliore offerta” che deve cedere il secondo posto all’americano “Ghost Movie” (A Haunted House) di Michael Tiddes, la divertente commedia che fa il verso a “Paranormal Activity”.
Tarantino mette in scena un pezzo di storia americana: lo schiavismo legalmente esercitato nel sud degli Usa sulle popolazioni di colore importate dall’Africa e messe a lavoro nei campi o al servizio nelle case. Il genere western appare dunque la scelta ideale, e gli dà modo di sfoggiare l’immensa cultura cinematografica che possiede, nella quale lo spaghetti western riveste uno spazio importante. Ma non è un western tradizionale, in piena continuità stilistica e tematica con il precedente lavoro, Bastardi senza Gloria, si notano tutte le novità del cinema tarantiniano, fatto di citazioni e giochi con lo spettatore colto. Anche questa volta sorvegliati e sorveglianti e ancora un gioco delle parti, con gli attori che “entrano nel personaggio” dentro i personaggi che già sono, come in Pulp Fiction. Più che in altre pellicole, il piacere del cinema, di farlo così come di ammirarlo, emerge dal testo: nella recitazione appassionata dei protagonisti, Samuel L. Jackson e Di Caprio o nella potenza del dialogo; nell’uso della colonna sonora, questa volta anche originale, e degli sguardi. Tutto concorre a nutrire uno spettacolo magistrale, che si appoggia su una narrazione forte, influenzata dai miti del nord europa per i quali nutre interesse, e classica perché segue un ordine cronologico e non è frammentato e proiettato a caso, per destabilizzare lo spettatore, come Pulp Fiction. Nonostante il film si intitoli come Django di Corbucci del 1966 interpretato da Franco Neri (del quale si apprezzerà un cameo), non è un remake, e porta di quel film solo il messaggio d’amore. Django Unchained è un’opera impeccabile, di riscatto sociale sia per Django che per il suo mentore, Dott. Shultz, affidato al personaggio di Christoph Waltz, che mette a tacere qualsiasi sterile polemica riguardo la violenza rappresentata, la quale non ha più un fine ludico, ma ha profonde motivazioni ricercate nel tema della giustizia fai da te.