Pubblicato: Lun, 13 Gen , 2014

Due anni fa il disastro della Concordia

Alle 21:42 uno scoglio squarcia la nave. Colpa di un “inchino” che ha causato 32 morti e provocato il naufragio più grande della Storia per una nave passeggeri 
Francesco Schettino

Francesco Schettino

Dopo due anni è ancora lì, dove gli scogli l’hanno fermata. La nave da crociera Msc Costa Concordia era partita alle 19 dal porto di Civitavecchia per iniziare un tour del mediterraneo tra le coste italiane, francesi e spagnole. La prima tappa doveva essere il porto di Savona. Una rotta abituale, senza grosse difficoltà e percorsa migliaia di volte. Questa volta però il viaggio dura solo poche miglia. Passando nella stretta tra il promontorio dell’ Argentario e l’isola del Giglio la nave si avvicina troppo a quest’ultima andando fuori rotta e impattando su uno scoglio alle 21:42. L’impatto provoca una falla di settanta metri sul lato sinistro. Dopo due ore dall’incidente, la Concordia comincia ad inclinarsi fino al punto di adagiarsi sul lato sinistro sorretta dal bassissimo fondale, meno di dieci metri, che si trova in prossimità della costa. Le operazioni di salvataggio delle oltre quattromila persone durerà tutta la notte. Gli ultimi tre sopravissuti, una coppia di coreani ed un commissario di bordo, verranno tratti in salvo trentasei ore dopo l’incidente. Per 27 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio invece non ci sarà niente da fare.

Il principale responsabile del disastro verrà individuato nel comandante Francesco Schettino, reo di aver ordinato l’avvicinamento della Concordia all’isola del Giglio per effettuare il cosìdetto “ inchino”, la manovra solita in molte navi da crociera che consiste nell’ avvicinarsi alla costa in segno di saluto. La compagnia di navigazione e Schettino si rinfacceranno a vicenda la responsabilità di questa azzardata manovra. Nel frattempo a Grosseto si è aperto il procedimento penale nei suoi confronti per naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono della nave in stato di pericolo. Quando Schettino abbandonò la nave, all’interno della Concordia si trovavano ancora numerosi passeggeri.

Si spera comunque che questo sia l’ultimo anniversario del disastro con la nave ancora alla fonda nei pressi del Giglio. Lo scorso 16 settembre è avvenuto il difficile compito di raddrizzamento della nave, chiamato parbuckling, ad opera del sudafricano Nick Sloane ha permesso di rinvenire i corpi delle vittime ancora disperse. Questa operazione, mai tentata per una nave di così grandi dimensioni, permetterà la rimozione della nave che secondo il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli dovrebbe avvenire entro la prossima estate. Intanto è bagarre per decidere quale sarà il porto che smantellerà i resti della Concordia visti gli alti costi, oltre trecento milioni, necessari alla demolizione.

Una signora, sopravvissuta al naufragio, dirà che le è sembrato rivivere il film Titanic. Cento anni fa nei panni di Schettino c’era il comandante Edward Smith che, noncurante dei banchi di nebbia, fece proseguire il transatlantico a velocità troppo elevata. Quando venne avvistato l’iceberg ormai era troppo tardi e l’impatto inevitabile. Una sicurezza dei propri mezzi e di quelli della nave che allegerisce il peso della responsabilità di centinaia di vite a tal punto da diventare incoscienza. Come se cento anni di storia non avessero insegnato proprio nulla.

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