Addio a Marcello D’Orta, il maestro di “Io speriamo che me la cavo”
Aveva 60 anni. Malato da tempo, stava scrivendo ora libro su Gesù
È morto a Napoli Marcello D’Orta. Malato da tempo, l’ex maestro elementare, 60 anni, era diventato noto con il bestseller “Io speriamo che me la cavo”, scritto al termine di un’esperienza in una scuola di Arzano, dal quale venne ricavato anche un film, nel 1992, diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio. D’Orta era impegnato ora nella stesura di un libro su Gesù. La notizia del decesso è stata data dal figlio, padre Giacomo. I funerali si terranno domani, ale ore 12, nella Basilica di San Francesco di Paola, in piazza Plebiscito a Napoli.
Nato il 25 gennaio del 1953 in una casa di Vico Limoncello, nel Centro antico, in una famiglia di dieci persone, Marcello D’Orta ha insegnato per quindici anni nelle scuole elementari. Fra le sue opere: “Dio ci ha creato gratis”; “Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso”; “Il maestro sgarrupato”; “Maradona è meglio ‘e Pele”; “Storia semiseria del mondo”; “Nessun porco è signorina”; “All’apparir del vero, il mistero della conversione e della morte di Giacomo Leopardi”; “Aboliamo la scuola”; “A voce d”e creature”; “Era tutta un’altra cosa. I miei (e i vostri) Anni Sessanta”. Collaboratore di diversi quotidiani, le sue opere sono state tradotte in numerosi Paesi.
Un anno e mezzo fa l’ex maestro della scuola ‘sgarrupata’ di Arzano confidò di avere il cancro e di lottare contro la malattia anche con la scrittura: «Scrivo per non morire». Dunque, la scrittura per avere ancora dignità e scacciare indietro il male. Un libro, un altro, e un altro ancora per assecondare una passione e una “vocazione” cominciata dai tempi del successo di “Io speriamo che me la cavo”, ma anche per combattere, per esorcizzare una malattia spesso molto difficile da sconfiggere.