Expo, la politica tende la mano a Cantone
Il Guardasigilli Andrea Orlando: «Cantone non andrà a fare gite a Milano: credo che andrà a fare quello che è necessario in quella situazione»
Alle perplessità sollevate nei giorni scorsi da Raffaele Cantone seguono immediati provvedimenti della classe politica, che si dice pronta a dare i poteri richiesti dal magistrato scelto dal premier Renzi per vigilare sull’Expo dopo lo scandalo degli appalti. Il magistrato della Cassazione, aveva definito venerdì scorso il ddl Grasso «l’ennesima legge spot» e aveva detto di non aver intenzione di fare «gite milanesi», chiedendo un maggiore e più concreto impegno alla politica e più poteri che permettessero la totale indipendenza dell’Autorità anticorruzione. Dopo le dichiarazioni distensive di Grasso, arrivano le prime risposte dalla politica.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha annunciato che nel pacchetto giustizia ci sarà il via libera della maggioranza sul nuovo reato di autoriciclaggio e sul ripristino del falso in bilancio, depenalizzato nel 2002 dal governo Berlusconi, ma resta aperta la partita della riforma della prescrizione. Per quanto riguarda i maggiori poteri richiesti da Cantone, il governo provvederà a conferirli con un decreto legge che fornirà al commissario anticorruzione nominato da Renzi più uomini e mezzi ma nel quale non si fa ancora nessun riferimento al potere di revoca degli appalti, tema sul quale lo stesso premier è sembrato cauto. In tema di prevenzione, Cantone avrà più poteri nell’accesso preventivo alle informazioni, per un maggior coordinamento come auspicato dal ministro Alfano. «Dobbiamo mettere in squadra prefettura, forze dell’ordine e Anticorruzione: con Cantone si assumeranno le decisioni necessarie» è questa l’idea del ministro dell’Interno che in un’intervista all’Avvenire spiega di volere «un Expo mafia-free e mazzetta-free. È la nostra vetrina e dovrà essere una vetrina cristallina. E allora subito poteri veri a Cantone, e subito scelte per fare squadra e contrastare ogni infiltrazione. Possiamo mettere insieme le competenze dell’Autorità anticorruzione – continua Alfano – e farle sposare con tutte le competenze della prefettura. Tutto questo per una straordinaria azione di prevenzione».
Sulla questione si pronuncia anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio che interivstato intervistato da Maria Latella a SkyTg24 dichiara: «Non possiamo fermare l’Expo. Ci sono già 140 paesi che si sono iscritti e che aspettano di venire. Ci sono certo questi avvoltoi, questi faccendieri, che fanno male all’immagine dell’Italia».
Manca ancora la nomina degli altri 4 componenti dell’Autorità anticorruzione e i poteri «ad hoc» richiesti da Cantone al momento sono in cantiere; la politica ha la possibilità di dimostrare di voler seriamente combattere in prima linea la corruzione e di non essere soltanto in grado di proporre l’ennesima «legge spot». All’Expo l’ardua sentenza.