Tangenti per Expo 2015, spunta la contabilità delle tangenti
Nuove rivelazioni e dettagli che hanno dell’incredibile nell’indagine per le tangenti Expo 2015 rinvenuta la contabilità del lobbista Sergio Cattozzo

Primo Greganti, il compagno G
Passano gli anni cambiano gli eventi e i governi ma i personaggi non cambiano primo su tutti il compagno G. Cambiano anche le nomenclature, ad esempio i mediatori cercano di americanizzarsi e si fanno chiamare lobbisti come negli stati uniti (figura peraltro riconosciuta legalmente li) e le tangenti diventano consulenze fasulle.
Dopo ben quattordici anni da Mani pulite e gli arresti eccellenti i meccanismi per turbare gli appalti sono gli stessi di allora, così come i tentativi di nascondere le prove. Ad esempio il mediatore Sergio Cattozzo al momento dell’arresto ha cercato di nascondere dei foglietti nelle mutande. «I biglietti erano quelli su cui ho annotato la contabilità delle tangenti» una manovra maldestra che ricorda molto quella di Mario Chiesa, figura di spicco di Tangentopoli, che cercò di liberarsi delle banconote gettandole nel gabinetto.
La lunga confessione al giudice per le indagini preliminari Fabio Antezza di Sergio Catozzo è complessa ed articolata, il Catozzo ha affermato:«Ho fatto il mediatore per le imprese edili in cerca di lavoro soprattutto in ambito privato e solo recentemente mi sono avvicinato a società interessate ai lavori dell’Expo. Sono un procacciatore di affari, un lobbista all’americana». Le sue conversazioni intercettate però sono decisamente ruspanti: «Bisogna metterne venti di stecche in forno per tirar fuori dieci», dice a Frigerio. Tra le sue varie consulenze spicca quella con Maltauro, che l’ha ingaggiato come «uomo di lobbing affinché si facesse carico dei contatti con i mediatori che dovevano garantire gli appalti», e dall’imprenditore ha ricevuto «più di 200 mila euro in nero». E’ quella che i magistrati definiscono mazzetta travestita da falsa fatturazione.
Il Paris direttore generale responsabile degli acquisti per Expo ha ammesso di aver «fatto errori» quindi di aver fornito delle informazioni utili a tubare le aste ma tuttavia ha rispinto l’accusa di aver fatto parte in maniera organica del sistema e come atto tangibile ha consegnato le sue dimissioni. Così il legale di Paris Luca Troyer «Ha sempre creduto nel progetto e ci tiene che vada avanti senza intralci».
Hanno respinto al mittente invece le accuse Friggerio, Greganti (il compagno G) e Grillo. Proprio Primo Greganti ha riferito di svolgere una attività pulita e alla luce del sole «Cerco imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e seguo la filiera, tenendo conto che anche per l’Expo ci saranno padiglioni in legno»
Appare evidente come le dichiarazioni fatte soprattutto da Greganti sembrano in netto contrasto con le accuse degli inquirenti, per il momento le indagini vanno avanti e non si esclude il coinvolgimento di altre figure di spicco in quella che è stata definita la «Cupola»