Pubblicato: Ven, 28 Lug , 2023

Sapri è rock e festeggia le Radio Libere

Dalla costa salernitana la festa per i 50 anni delle onde libere in FM e l’omaggio a Nino Postiglione

Sapri non è solo una graziosa cittadina del salernitano, illuminata dal sole e dal sorriso dei suoi abitanti, ma è anche una vivace fucina di idee e creatività. In questi giorni festeggia i cinquant’anni di Radio Libere diventandone il punto di riferimento.

Le emittenti radiofoniche sono nate in Italia dopo la liberalizzazione dell’etere, sancita dalla Corte Costituzionale nel 1976. In Italia, infatti, fino al 1974 la radiodiffusione era esercizio esclusivo dello Stato. Le uniche eccezioni, dopo la caduta del regime fascista, furono Radio Sardegna e Radio Ferrara. Solo nel Nord Italia si ricevevano le straniere Radio Capodistria, Monte Carlo e Svizzera Italiana. Nei primi anni settanta, sull’esempio del Regno Unito, nacquero le prime radio pirata, come la mitica ed indimenticabile Radio Caroline, la più famosa frequenza pirata del mondo. Cominciò a trasmettere da una nave, aggirando le leggi britanniche; fu molto di più di una moda passeggera, cambiò per sempre la storia della comunicazione e della musica, ispirò numerosi film (The Boat That Rocked) e migliaia di artisti. Nell’Italia del 76 arriva anche la pronuncia della Corte Costituzionale che si adegua ai tempi e pone fine al monopolio statale delle trasmissioni. La limitazione territoriale venne superata creando reti interconnesse che coprirono l’intero territorio nazionale. In pochi anni l’emittenza radiofonica privata lanciò idee e professionisti (disc jockey e tecnici). La concorrenza impose nuovi progetti e prospettive. Soprattutto libertà di espressione e comunicazione.

Sapri festeggia dunque i primi cinquant’anni di Radio Libere, e non poteva che essere così. La cittadina salernitana vanta già un personaggio d’eccezione, tra i sapresi troviamo lo storico speaker radiofonico e giornalista Tonino Luppino, oggi anche Consigliere Nazionale della REA (Radio Televisioni Europee Associate). Il suo nome e quello di Radio Sapri sono inseriti nella storia delle radio in Fm. Una passione che anima la comunità saprese,  che oggi per merito proprio di Luppino, organizzatore dell’evento Nazionale, ne è stata consacrata la capofila. Inoltre, su suo impulso, 34 Comuni della Penisola hanno già onorato le Radio Libere con l’intitolazione di piazze, piazzette, larghi ed aree verdi.

Il prossimo 31 luglio è festa, ricordando anche Bonaventura (Nino) Postiglione, che nel 1973 registrò la compagnia “Radio Diffusione” presso la Camera di Commercio di Potenza, formalmente la prima emittente italiana libera. Divenuta poi “Radio Potenza Centrale”, è oggi la frequenza lucana più ascoltata in Basilicata.

Un evento dalle tante sfumature, con l’azzurro della costiera salernitana sullo sfondo. Un omaggio alla stagione della libertà di espressione e di impresa dei pionieri delle radio italiane. Da Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978 proprio per la sua impertinente ed audace Radio Aut, a Vasco Rossi, primo disk jockey delle Radio in Fm. Sul palco si alterneranno tra i saluti istituzionali, musicisti e attori. Presente il noto attore e cabarettista saprese Franco Guzzo, il quale riceverà il Premio alla carriera. Una menzione speciale verrà conferita anche alla ricercatrice Estefania Copete Velez per la sua tesi sulle Radio Libere, discussa presso l’Università di Scienze Politiche e della Comunicazione di Salerno. Allestita anche la mostra “50 anni di Radio in Fm” che si concluderà a fine ottobre. Nella biblioteca comunale è possibile immergersi in un percorso di foto, video, quadri e radio d’epoca messe a disposizione dal collezionista di Sala Consilina Nicola Spolzino.

“Amo la radio perché arriva dalla gente Entra nelle case E ci parla direttamente E se una radio è libera Ma libera veramente Mi piace ancor di più Perché libera la mente È che con la radio non si smette di pensare.” – Eugenio Finardi, La Radio – 1976

Non si tratta solo di una celebrazione della storia delle Radio Libere, ma anche di un’occasione per riflettere sull’importanza della libertà di espressione e di informazione, degli articoli 21 e 41 della nostra Costituzione.

L’Italia avrebbe guadagnato il 41esimo posto, nella classifica 2023 sulla libertà di stampa redatta da Reporter senza Frontiere su 180 Paesi, ma sta ripiombando velocemente nelle censure. Le recenti riforme del governo gettano un’ombra oscura sull’informazione e sulla cultura, incluso il nuovo emendamento sul Centro Sperimentale di Cinematografia che azzera gli attuali vertici portando sotto il controllo del governo il Comitato scientifico dell’istituzione: il presidente e tre dei componenti verranno designati dal ministero della Cultura, un componente a testa sarà indicato dai ministri dell’Istruzione, dell’Economia e, new entry nell’ultima versione della norma, dal dicastero dell’Università. Quindi tutte nomine del governo, per uno dei migliori centri culturali d’Italia e d’Europa.

L’informazione nel mondo desta serie preoccupazioni secondo quanto indicato da RSF, il numero dei Paesi considerati in una situazione molto grave è aumentato a 31. Russia, Medio Oriente ed Emirati Arabi, Eritrea, Cina, Nord Korea in fondo alla classifica si attestano tra i peggiori. Ed improvvisamente le vicende delle radio pirata tornano vive ed attuali. A dire il vero, non sono mai andate in pensione in paesi come la Bielorussia, mentre sono necessarie in Polonia, Russia e Ucraina per il recente conflitto. Non molto distante da noi, avvengono pesantissime censure e rivisitazioni della storia. Oscurati programmi nazionali ed internazionali, tracciamento delle telefonate, bloccata la rete sui cellulari, controllati i social network. Le informazioni viaggiano in qualche modo nelle frequenze radio per aggirare il regime dittatoriale. Si usano le onde corte, come avveniva durante la guerra fredda. Ma i servizi al soldo del governo stanno oscurando anche le stazioni trasmittenti, disturbando le linee, imponendo solo certi programmi e un certo tipo di musica, ritornati in auge perfino i vecchi generatori di rumore. Nel 2020 dalla Polonia i radio-giornali hanno risposto modificando il loro palinsesto e introducendo programmi in lingua bielorussa dedicati alla situazione politica del paese. Trasmettono tre notiziari al giorno dalla stazione di solec kujawski 225 khz, con la potenza di 1000 kilowatt, tanto da rendere l’emissione ricevibile in tutta Europa. Parallelamente è cresciuta l’attività di Radio Liberty, emittente finanziata USA che trasmette a 1386 khz, dalla Lituania nell’ex impianto dell’american forces network.

Sapri rocks the silence, ha il coraggio di una festa per la libertà di voce in un mondo che è sempre più complesso, dove la politica e le consorterie mafiose manipolano cultura ed informazione. Ma le radio sono sempre andate oltre, oltre l’apparenza visiva, oltre i muri ed i confini. Onde coraggiose che consentono di informare e rendere libero il pensiero. Trasmettono emozioni, tengono compagnia, portano cultura. Creano ponti, perfino oggi.

Sono le 21:00 e tutti i barbogi del pianeta seduti sul sofà, sorbiscono sherry mentre quelli che amano il rock and roll sono pronti a rockare e rolleggiare ancora una volta. Siete su Radio Rock e io sono il Conte . E conto su di voi per il conto alla rovescia all’estasi e al rock all day e all the night  – i love radio rock, Il Conte (Philip Seymour Hoffman).

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