Crocetta incontra i ministri a Roma, silenzio a Palermo
Il Rag. Pisciotta intima il voto di silenzio ai dipendenti della regione
È da una scelta simile che si può percepire l’imbarazzo e la difficoltà del momento delle istituzioni siciliane. Quella di mandare una nota ai dirigenti e funzionari della Regione Siciliana perché non rilascino dichiarazioni ai giornalisti, con la minaccia di provvedimenti disciplinari. Qualsiasi contatto sarà da girare all’ufficio di ragioneria regionale che provvederà a richiedere le opportune autorizzazioni. Con una finanziaria bocciata, nemmeno un euro in cassa, buona parte dei deputati dell’Ars indagati per peculato e i rapporti col partito ai minimi storici è probabile desumere che sia lo stato confusionale a suggerire al governatore Crocetta questo tipo di soluzioni. A maggior ragione se cade dalle nuvole quando gli chiedono in merito, attribuendo l’iniziativa unicamente al rag. della Regione Mariano Pisciotta, che taglia corto «Crocetta non c’entra nulla è una mia iniziativa», con cui però si ritrova provvidenzialmente d’accordo: «Non so assolutamente nulla ma è giusta la scelta che serve, non per imbavagliare, ma per evitare comunicazioni sbagliate o parziali e che possono essere strumentalizzate». Dipendenti ancora incerti sui propri stipendi devono allora aspettare fiduciosi, speranzosi, ma innanzitutto zitti. Di questo se ne rammaricano le sigle sindacali, come dichiara Enzo Abbinanti segretario regionale Fp Cgil Sicilia: «Questo atteggiamento non può che peggiorare il clima negli uffici e lo scoramento dei dipendenti. Ci auguriamo che la Regione rifletta su questo e torni sui suoi passi». Almeno loro però una speranza sembrano avercela data l’assicurazione sulla copertura delle buste paga per i primi di Febbraio. Chi invece deve appigliarsi a un destino più incerto sono i 26.000 lavoratori di enti, consorzi, societa’ collegate, forestali, realta’ culturali e sportive a rischio licenziamento che Crocetta aveva rinfacciato nei giorni scorsi al commissario Aronica, antagonista suo malgrado in questa situazione in pericolo di default. Dipenderà molto dall’incontro convocato d’urgenza per oggi a Roma fra il Presidente della regione, l’assessore regionale all’economia Luca Bianchi e il ministro per la Pubblica Amministrazione Giampiero D’Alia, il ministro dell’Economia Fabrizio Sarcomanni, quello degli Affari regionali Graziano Delrio, con la supervisione del vicepremier Alfano. Il piano di rientro decennale proposto riguarderà lo smaltimento di una minuscola parte dei residui attivi (3,5 milardi di euro), crediti per 15mliardi ormai inesigibili dalla Sicilia, risultato di anni di amministrazione quanto mai incosciente e che sono ora la causa dello stallo all’orizzonte.