Attacco ai diritti dei lavoratori.
Accanto a Landini: il governo si spende per il paese peggiore.
Sull’art. 18 “sembra quasi che si voglia esibire lo scalpo della Cgil. Davvero si ha la pretesa di negare a un lavoratore che ritiene di aver subito un licenziamento per un motivo economico palesamente insussistente la possibilità di appellarsi a un giudice? Non credo proprio che un’ulteriore riforma dell’art. 18 sia voluta dall’Europa. Gli imprenditori hanno già le mani molto libere per poter licenziare”. E ancora: “ora si propone ai lavoratori di ritirare prima la loro liquidazione aumentando le tasse sul Tfr prelevato. E’ un’operazione molto cinica: perché lo ritireranno solo i lavoratori maggiormente in difficoltà. E’ come se il governo proponesse loro un prestito a un tasso quasi usuraio.”
No, non è Maurizio Landini a parlare. Udite, udite: è Elsa Fornero in un’intervista rilasciata a Vittorio Zincone per il “Corriere della sera”. Rivendica la necessità, per lei, della propria riforma, che noi sappiamo come abbia iniziato l’attacco alla dignità del lavoro e tuttavia attesta come Renzi la stia ampiamente superando.
Cercare di accreditare la drittata che la scarsa propensione all’investimento della nostra impresa e quindi il basso tasso d’occupazione e il precariato si risolvano diminuendo i diritti di chi lavora è percorso da baro. E lo spirito dei tempi sembra conclamato dalla recente assoluzione dei responsabili della strage di lavoratori dell’Eternit: chi lavora non verrà più tutelato come dovrebbe per il progresso della civiltà industriale e della convivenza.
Pare, sempre più spesso, si voglia tornare alla primitività dell’impresa capitalistica, quando i lavoratori erano meri strumenti di lavoro usati dall’alba alla notte in ambienti malsani e cancerogeni, consumati dallo sfruttamento e licenziati ad arbitrio del padrone, sciur padrun da li beli braghi bianchi. E’ il neoliberismo, di cui Renzi si fa profeta, rivestito di modernità e rivolto alle caverne del lavoro. Lo imporrebbe la globalizzazione, secondo un tal Brambilla, a una trasmissione televisiva della 7, imprenditore brianzolo che vuole cancellare il sindacato e si augura che Landini sparisca; per lui sarebbe più o meno un terrorista, benché le bastonate sono state date dai poliziotti, al tempo di Confindustria duce per l’asse del Nazareno, sulle teste e le spalle che sostengono il paese: i lavoratori che contribuiscono alla ricchezza di tutti prima picchiati dagli agenti per pretestuosi motivi dimostrati e poi offesi dagli approfittatori e dagli evasori fiscali.