Venezuela, dilaga la censura
Nel periodo di tensione che attanaglia un Venezuela spaccato in due, a pagarne le conseguenze sono i giornalisti, non più liberi di fare informazione
Il governo Maduro ha sferrato negli ultimi giorni un attacco violento contro la classe dei giornalisti venezuelani. Nella giornata di sabato, la Guardia Nazionale Bolivariana ha fatto irruzione nell’appartamento di un giornalista politico, causandone l’arresto ed un duro interrogatorio durato ben cinque ore. A seguito della vicenda i giornalisti hanno improntato una mobilitazione nazionale a Caracas, che si è conclusa nella violenza: una decina di cameraman e fotografi hanno perso la vita.
Come testimoniano i manifestanti stessi, la situazione dell’informazione in Venezuela diventa sempre più critica e la professione del giornalista risulta particolarmente pericolosa. Il contingentamento della carta necessaria per la stampa, attuato dal governo Maduro dal mese di febbraio, non permette una divulgazione adeguata delle notizie, il quotidiano di punta del Venezuela, El Nacional, è ridotto ad appena otto pagine, in cui ovviamente non c’è spazio per descrivere ciò che realmente accade nel paese.
Attualmente la maggior parte dell’informazione relativa al Venezuela viene ospitata dai giornali colombiani, senza i quali nessuno sarebbe a conoscenza di ciò che accade nel paese. I giornalisti continuano la loro lotta, urlando slogan come “Siamo giornalisti, non terroristi!”, ma da febbraio sino ad oggi la categoria ha contato ben 35 vittime e, senza un tempestivo intervento, non riusciranno a resistere ancora a lungo.