Ungheria, scopre di essere ebreo e abbandona il suo partito neonazista
È l’incredibile vicenda di Csanad Szeged, membro del partito neonazista Jobbik, che in seguito alla scoperta di essere ebreo abiura la sua fede antisemita e razzista
Bizzarra storia quella di Csanad Szeged, da leader di una formazione neonazista e antisemita a “pentito” sui generis.
Era il numero 2 di Jobbik, formazione dell’ultradestra ungherese, quando, riesaminando il suo albero genealogico, ha scoperto di avere ascendenze ebraiche e da allora, come fulminato sulla via di Damasco, non solo ha abbandonato il suo partito ma ha ripudiato ogni ideologia antisemita e razzista di cui fino a pochi giorni prima era un orgoglioso alfiere.
Csanad Szeged finora si era distinto per essere tra i fondatori della Magyar Garda, una formazione paramilitare responsabile di violenze contro i rom, e per i suoi toni accesi contro la comunità e la cultura ebraica. Passato con il quale il politico magiaro sembra voler recidere ogni legame, specie alla luce delle sue parole rilasciate alla tv ungherese in occasione del suo “pentimento”: «Sono stato una persona che procurava dolore agli altri, e peggio ancora quando parlavo di rom o di ebrei istigavo all’odio anche contro i bimbi di quei gruppi».
Questo è un ulteriore colpo per l’estremismo neonazista in Ungheria, infatti, l’abiura di Szeged arriva nei giorni in cui il governo Orbàn, in seguito alle pressioni della comunità internazionale, Unione Europea in primis, ha deciso di rivedere molte delle riforme che stavano facendo uscire il paese magiaro dal novero delle democrazie. Sono stati allentati i controlli sulla stampa e sono state introdotte nuove e più pesanti sanzioni per tutti i comportamenti che incitino all’odio e all’antisemitismo. La svolta moderata del governo Orbàn potrebbe costargli l’appoggio delle ali più estremiste dell’elettorato ungherese, che forse convergeranno sull’ex partito di Szeged, Jobbik, ma la normalizzazione dei rapporti con le istituzioni e i partner internazionali potrebbe essere decisiva nel trovare quegli aiuti e investimenti utili per accendere la ripresa economica in Ungheria
Anche se sicuramente meno estremo e sorprendente di quello di Szeged, il deciso cambio di opinioni del premier Viktor Orbàn trova delle spiegazioni nell’isolamento a cui l’Ungheria sembrava destinata, isolamento che, nonostante abbia ripagato in anticipo i debiti con il FMI, le avrebbe impedito una vera ripresa. Ad ogni modo questo non è la prima volta che Orbàn cambia idea. Potrebbe sorprendere sapere che negli anni ‘90 e durante il primo mandato al governo ad inizio anni 2000 lui e il suo partito Fidesz si collocavano tra i progressisti e liberali, schieramento che è stato progressivamente abbandonato fino a giungere, oggi, a posizioni nazionaliste, neofasciste e nostalgiche dell’Ungheria di Horthy. Non è dato sapersi se la decisa svolta a destra sia avvenuta per mero tornaconto elettorale o per un sincero convincimento.