Un bene confiscato alle mafie restituito alla collettività e nuove indagini su Podere Rota
Un successo della società civile contro le mafie e il riprodursi di irregolarità e il continuo profilarsi di illegalità e corruzione.
Ancora guai per la discarica di Terranuova Bracciolini: negli stessi giorni in cui viene celebrata la giornata contro le mafie con l’illustrazione da parte di Libera Valdarno del progetto “dopo di noi”, nella palazzina confiscata a un componente della famiglia ‘ndranghetista dei Priolo legata alla ‘ndrina dei Piromalli, e restituita dal Comune alla collettività utilizzandola al fine sociale dell’assistenza alla disabilità, a Podere Rota si sono presentati gli investigatori.
Eseguendo provvedimenti scaturiti da indagini in corso, i carabinieri forestali di Loro Ciuffenna, coadiuvati da Arpat e Ispettorato centrale repressione frodi, hanno sequestrato 5 lotti di “ammendante compostato misto”, nell’impianto di compostaggio di TB spa all’interno della discarica di Podere Rota. Lo scopo è quello di effettuare verifiche qualitative.
TB spa, con sede legale a Firenze e operativa in località Piantravigne, opera nell’impianto di Terranuova per la selezione e stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti urbani indifferenziati e per il compostaggio da raccolta differenziata della frazione verde e umida; serve 33 comuni dell’area aretina e fiorentina. Il capitale sociale è di 2 milioni 220mila euro interamente versati. La composizione sociale è la seguente: 58,56% a STA, 31,53% a SEI Toscana, 9,91% a CSAI spa. L’attuale Consiglio di amministrazione è così formato: Marinella Bonechi è il presidente e Gianpiero Mazzoni l’amministratore delegato, i consiglieri sono Valentina Luppi, Filippo Severi e Alessio Ferrabuoi. Insomma, si tratta delle solite formazioni sociali che, mediante il maestoso sistema di scatole cinesi gestiscono tutto e di alcuni dei soliti personaggi che tengono le mani su tutto e compaiono pure nelle inchieste giornalistiche che scottano.
E’ stata la stessa società a comunicare la sospensione del conferimento dei rifiuti organici nel suo impianto con i conseguenti disagi al servizio di raccolta.
Quando un bene confiscato agli uomini delle mafie torna in uso della società civile è una vittoria importante per il riscatto dell’associazione tra cittadini, perché la realizzazione del potere economico è l’obiettivo principale della criminalità organizzata, mentre costituisce una grave diminuzione dell’economia legale e delle attività sociali di valore. Quando invece nel tessuto sociale, tra le professioni e le imprese, gli incaricati di pubblici servizi, si sostituisce l’interesse privato al bene comune e quindi si insinua la corruzione, allora è più facile l’insinuarsi e il radicarsi delle mafie.
Fulvio Turtulici