Pubblicato: Lun, 25 Ago , 2014

Un appello dell’arcivescovo Desmond Tutu

“La pace richiede che israeliani e palestinesi riconoscano l’essere umano in loro stessi e nell’altro, che riconoscano la reciproca interdipendenza”.

L’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, oppositore dell’apartheid, premio Nobel per la pace nel 1984, ha lanciato un appello per un boicottaggio globale dello Stato di Israele, chiedendo con urgenza a israeliani e palestinesi di essere migliori dei loro leader nel cercare una soluzione sostenibile alla crisi in Terra Santa. Il riconoscimento della dignità ai palestinesi renderebbe più degno anche lo Stato israeliano, il riconoscimento della coesistenza darebbe maggiore forza alla causa palestinese.

La brutalità e la sproporzione della risposta israeliana al lancio dei razzi dalla Palestina, ha sostenuto l’arcivescovo, è profondamente ingiusta e muove la società civile nel mondo a manifestazioni di biasimo.

“Se si contano tutte le persone che si sono radunate a Città del Capo, a Washington, a New York, a Nuova Delhi, a Londra, a Dublino, a Sidney e in tutte le altre città del mondo per chiedere giustizia in Israele e Palestina, ci si rende subito conto che si tratta senza dubbio della più grande ondata di protesta di sempre dell’opinione pubblica riguardo ad una singola causa.”

A Città del Capo, ha affermato Desmond Tutu, si è assistito ad una manifestazione paragonabile solo a quelle viste contro l’apartheid. La gente in piazza si è unita alla richiesta dell’arcivescovo certo per il suo prestigio, ma anche per la legittimità e la ragione dell’appello:”Noi ci opponiamo all’ingiustizia dell’occupazione illegale della Palestina. Noi ci opponiamo alle uccisioni indiscriminate a Gaza. Noi ci opponiamo all’indegno trattamento dei palestinesi, ai checkpoint e ai posti di blocco. Noi ci opponiamo alla violenza da chiunque sia perpetrata. Ma non ci opponiamo agli ebrei.”

Continua così il premio Nobel per la pace, ricevuto per il suo impegno in difesa dei diritti umani: “Pochi giorni fa ho chiesto all’Unione Internazionale degli Architetti, che teneva il proprio convegno in Sud Africa, di sospendere Israele dalla qualità di Paese membro. Ho pregato le sorelle e i fratelli israeliani presenti alla conferenza di prendere le distanze, sia personalmente che nel loro lavoro, da progetti e infrastrutture usate per perpetuare un’ingiustizia. Infrastrutture come il muro, i terminal di sicurezza, i posti di blocco e gli insediamenti costruiti sui territori palestinesi occupati.”

Nei giorni passati, con un gesto eclatante, il governo della Bolivia ha deciso di includere Israele nella propria lista di “Stati terroristi”. I massacri tra la popolazione palestinese, secondo Evo Morales, dimostrano “come Israele non sia il garante dei principi del rispetto della vita e dei diritti fondamentali che garantiscono la coesistenza pacifica della nostra comunità internazionale”. In verità Israele ha ricavato insediamenti illegali nei territori occupati con la violenza e in spregio ad ogni convenzione internazionale; mediante checkpoint e posti di blocco vi impedisce la libera circolazione delle popolazioni inermi, offendendone la dignità e i più elementari diritti; le bombarda e uccide indiscriminatamente. La Paz, dunque, quale contropartita, ha interrotto l’accordo che permetteva il libero ingresso dei cittadini israeliani nel Paese boliviano. Perù, Cile, El Salvador hanno richiamato i rispettivi ambasciatori da Israele. La condanna nel Sudamerica è stata quasi unanime.

L’invito ora di Desmond Tutu di astenersi dal fare affari o investimenti negli insediamenti illegali, il blocco degli scambi commerciali, costituisce una nuova condanna della politica israeliana. Egli ha ricordato che l’interruzione, negli anni ’80, degli scambi commerciali con il Sud Africa rappresentò una delle azioni chiave che mise il governo sudafricano dell’apartheid nelle condizioni di dover rivedere le proprie posizioni contro i diritti dell’uomo e del cittadino. Sostenendo l’economia di Pretoria si sarebbe contribuito al mantenimento di uno status quo ingiusto.

Per Tutu è da deplorare il terrorismo palestinese che soffia sull’odio, ma quelle popolazioni hanno tutto il diritto di rivendicare dignità e libertà e devono essere difese, la violazione dei loro diritti offende l’umanità intera. “La pace”, afferma Desmond Tutu,”richiede che israeliani e palestinesi riconoscano l’essere umano in loro stessi e nell’altro, che riconoscano la reciproca interdipendenza…ciò richiede un cambio di mentalità che riconosca come tentare di perpetuare l’attuale status quo equivalga a condannare le generazioni future alla violenza e all’insicurezza. Un cambio di mentalità che ponga fine al considerare ogni legittima critica alle politiche dello Stato come un attacco al Giudaismo. Un cambio di mentalità che cominci in casa e trabocchi fuori di essa, nelle comunità, nelle nazioni e nelle regioni che la diaspora ha toccato in tutto il mondo. L’unico mondo che abbiamo e condividiamo.”

Desmond-Tutu1A noi invece consta che la politica internazionale di Stati Uniti ed Europa sia dettata da altre meschine logiche. A Washington e a Londra e seguiti gregari sono, ad esempio, state precostituite, in modo delittuoso, le prove false che hanno innescato in Iraq quella spirale allucinante, infernale, brutale di violenze giunte, in Siria, fino alla decapitazione di un innocente giornalista americano, per cui ora si assiste ai pianti da coccodrillo e alle indignazioni ipocrite dei successori di quegli sciagurati. Lo stato di maggiore inciviltà, di guerra e di delitti nell’area mediorientale è stato creato dalla dissennata e scellerata politica degli stati occidentali; come la condiscendenza riguardosa all’ottusità esecrabile, difformemente al decisionismo guerriero verso altri stati, di Israele nella risoluzione della questione palestinese, l’origine di ogni tensione in Medio Oriente, è da anni colpevole e vile.

Ma in fondo, non ci sorprendono le logiche del capitalismo ciniche e scellerate; ci chiediamo, invece, in quale pietoso stato versi la sinistra europea, se neanche dinanzi a simile regresso dell’umanità è in grado di far sentire alta e autorevole la propria voce di condanna e di proposta!

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