Un altro inchino, la “passione” continua.
Sicilia l’urna della processione del venerdì santo a San Michele di Ganzaria santifica il boss.
Non è la prima volta e temiamo neanche l’ultima. Campania, Calabria, in Sicilia a Palermo per la festa del Carmine ed a Paternò per quella di Santa Barbara, si ripetono gli inchini e le riverenze dei santi ai boss. A San Michele di Ganzaria l’urna portata in spalla da una ventina di persone cambia il percorso per passare sotto la casa del boss Francesco La Rocca detenuto in regime di 41 bis.
L’urna, è stata salutata dall’applauso dei presenti, tra cui alcuni familiari del capomafia.
Compreso quello che stava accadendo il sindaco si toglie la fascia mentre parroco e comandante della stazione dei carabinieri abbandonano il corteo.
Ci dispiace, ma crediamo che tali gesti così come delle semplici indignazioni non bastino.
Non conosciamo nei dettagli l’accaduto ma riteniamo che i rappresentanti avessero l’autorità per poter immediatamente fermare quello che stava accadendo. Inoltre, nei piccoli centri si conoscono vite e trascorso di tutti i cittadini, nessuno sapeva chi erano i portatori?
Spesso la presenza di certi personaggi si palesa già nella fase organizzativa delle manifestazioni.
In quelle dove sono previste le raccolte di fondi tra cittadini e commercianti non è casuale che a prodigarsi tra la gente siano proprio gli scagnozzi dei boss che così istituzionalizzano a ribadiscono la propria presenza nel territorio.
Ha evidenziato il procuratore capo di Caltagirone, Giuseppe Verzera: “Il fatto stesso che si sia deviato il percorso della processione è inconcepibile. Dobbiamo capire cosa è accaduto veramente e se ci sono eventuali responsabilità. Ho delegato le indagini ai carabinieri e aspetto una loro relazione per i prossimi giorni”.
Ci auguriamo che ci siano le motivazioni giuritiche per richedere pene esemplari per i responsabili.