Ucraina: USA e UE prendono posizione, si teme colpo di stato militare
Dopo due mesi la guerriglia in Ucraina non accenna a cessare, la comunità internazionale interviene contro la possibilità dell’intervento militare
Dopo l’improvviso congedo di Yanukovich per malattia, la situazione in Ucraina continua a peggiorare. La notizia della presunta tortura da parte delle forze armate di Dmitro Bulatov, manifestante scomparso per una settimana, ha ulteriormente infiammato la frattura tra governo ed oppositori, richiedendo adesso l’indispensabile intervento internazionale.
Il tentativo dell’ONU di fare da mediatore tra le due fazioni è stato nettamente rigettato dal Ministro degli Esteri ucraino Arsenij Jaceniuk, che sostiene la necessità che la questione venga risolta all’interno dei confini nazionali. A pensarla contrariamente sono invece Stati Uniti ed Unione Europea, che in occasione dei lavori conclusivi della Conferenza Ginevra 2 hanno spostato l’attenzione dalla Siria alla questione Ucraina, ponendosi a fianco dei manifestanti. John Kerry ha così dimostrato la solidarietà degli USA ai filo-europeisti, sostenendo il diritto naturale di un popolo di decidere per l’integrazione, vista come una soluzione migliore per le condizioni del paese. L’Unione stessa, originario pomo della discordia, ha appoggiato le parole del segretario americano, ribadendo la poca lungimiranza sottostante la decisione del governo ucraino di legarsi politicamente ed economicamente ad un solo paese, la Russia.
Tornando all’interno del paese, invece, si ventila la malaugurata ipotesi di un intervento netto e definitivo delle forze armate ucraine, che in questi giorni hanno chiesto l’approvazione di misure estreme in caso di necessità. Maxim Lenko, membro dei servizi segreti del paese, conferma l’ipotesi di un colpo di stato militare, appoggiato dal governo ormai in decadimento, per porre fine ai disordini che si protraggono da più di due mesi.