Twitter sbloccato in Turchia, Erdogan insorge
A due settimane dal blocco, la Corte Costituzionale ha deciso di liberare il social network oscurato, andando contro i progetti di Erdogan
Da oggi la popolazione turca potrà nuovamente usufruire di Twitter, bloccato il 21 marzo per volere di Erdogan a seguito della pubblicazione sul celebre social network delle prove riguardanti il caso di corruzione che ha coinvolto il leader turco. Una settimana dopo ha subito lo stesso trattamento YouTube, attraverso il quale erano state diffuse ulteriori prove sotto forma di intercettazioni telefoniche.
Dopo due settimane di lavori, la Corte Costituzionale di Ankara ha deciso oggi di rimuovere il blocco di Twitter, dichiarandone l’oscuramento illegale in quanto contrario all’Art. 26 della Costituzione turca in merito alla libertà di pensiero. In aggiunta alla sentenza della Corte, nelle stesse ore il Tribunale locale di Golbasi ha ordinato la sospensione del blocco anche per Youtube.
La reazione di Erdogan, nuovamente forte della sua posizione conferitagli dalle controversie elezioni della settimana scorsa, non ha tardato a farsi sentire: «Dobbiamo applicare la sentenza della corte costituzionale, ma non la rispetto». Il Primo Ministro ha inoltre dichiarato che la liberalizzazione di Twitter e YouTube, a tutti gli effetti prodotti del capitalismo americano, sono lesivi dell’immagine e dell’economia stessa della Turchia, accusando i tribunali del Paese di aver favoreggiato l’economia degli Stati Uniti a scapito del loro stesso territorio. Ovviamente la reazione del Primo Ministro riguarda ben poco protezionismo e patriottismo, con la decisione della Corte è stata dimostrata l’illegittimità del volere del governo, un punto a favore della libertà che mette i vertici turchi in una posizione scomoda.