TMO: l’arte si prende il suo spazio
Nasce in questi giorni il Teatro Mediterraneo Occupato, luogo di condivisione e di fruizione dell’arte nell’epoca della precarietà
I padiglioni della Fiera del Mediterraneo, ormai lasciati al degrado da quasi cinque anni, sono da pochi giorni il ”palcoscenico” (ed è proprio il caso di dirlo) di una nuova realtà palermitana autogestita, imperniata sulla condivisione libera di esperienze artistiche e teatrali, vittime del clientelismo e della precarietà che attanagliano la contemporaneità.
Prende così forma il Teatro Mediterraneo Occupato, veicolo di fattori estremamente importanti per la rivalutazione della città, che rappresenta al contempo la possibilità di promuovere forme artistiche alternative e multilivello, accessibili a chiunque voglia parteciparvi, e la riappropriazione di uno spazio che per decenni ha rappresentato il fulcro del commercio palermitano ma adesso risulta spettralmente abbandonato. Il Teatro è dunque l’ulteriore conferma che il binomio cultura-spazi liberi, sia diventato ormai imprescindibile, come dimostrano le altre esperienze di questo genere, dai rinnovati Cantieri Culturali della Zisa al Teatro Garibaldi Aperto. Questa nuova iniziativa, tuttavia, non mira ad imitare le precedenti: l’obiettivo è quello di far nascere un ulteriore focolaio di stimoli e condivisione, creando un polo intellettuale libero in una zona nel limbo tra il centro e la periferia.
In una Palermo appena bocciata come Capitale Europea della Cultura, tali segni di rilancio culturale provenienti totalmente dal basso rappresentano un barlume non solo di attivismo ma anche di ottimismo, di cui i giovani palermitani hanno bisogno.