Terra dei fuochi: la Camera approva 4 punti della mozione M5S
Controllo più incisivo del territorio campano, indagini epistemologiche per verificare l’impatto delle contaminazioni sulla popolazione e istituzione del Registro regionale dei tumori, allentamento del patto di stabilità dei Comuni, che adottino interventi in materia ambientale
La Camera ha votato e approvato, ieri mattina, quattro punti della mozione presentata dal Movimento 5 stelle per il risanamento della Terra dei fuochi.
Luigi Di Maio, primo firmatario del provvedimento, è campano. Le ferite inferte alla sua terra le porta sulla pelle. La sua voce vibra per l’emozione quando, durante la dichiarazione di voto, parla di genocidio della popolazione campana: «Sono 4 i milioni di persone che stanno morendo». La sua voce vibra per l’indignazione quando ricorda che, proprio nell’aula di Montecitorio, sedici anni fa, un pentito di camorra aveva disegnato la geografia degli sversamenti, tratteggiato le geometrie criminali dei voti spostati dalla camorra, dei sindaci eletti, dei comuni amministrati, individuando con precisione in quali anni tutto ciò accadesse. Con disapprovazione, rivolgendosi alla politica che ha taciuto per decenni, Di Maio sottolinea: «Da quando sapete, non avete fatto nulla. La verità è venuta a dircela un camorrista e voi l’avete sotterrata insieme ai rifiuti». La terribile situazione della Terra dei fuochi incarna i requisiti di necessità e urgenza: gli impegni del governo potranno prendere la forma di un decreto legge, sottolinea il vicepresidente della Camera.
Perché cessi lo sversamento, criminale e illecito, di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa, l’assemblea di Montecitorio ha votato per un controllo più incisivo dei territori campani e per iniziative normative che consentano di allentare il patto di stabilità dei Comuni che, limitatamente ai capitoli relativi alla realizzazione di azioni in materia ambientale, programmino interventi di monitoraggio del territorio, di rimozione dei rifiuti abbandonati e il loro corretto smaltimento. Se e quale sia l’impatto delle contaminazioni sulla salute della popolazione, invece, dovrà essere chiarito da una massiccia campagna di indagini epidemiologiche di approfondimento in cui sarà coinvolto il Ministero della salute. Ai risultati delle analisi sarà data ampia pubblicità: è necessario che l’opinione pubblica sia sensibilizzata sulla nocività di certi comportamenti criminali. La Regione Campania, infine, dovrà essere sollecitata a dotarsi del Registro tumori regionale, uno strumento imprescindibile per definire in maniera chiara e ufficiale il grave stato di salute del territorio.
Ieri, il Movimento 5 stelle ha messo a segno una vittoria. La vittoria, ha precisato Di Maio, è dei cittadini che già dieci anni fa si battevano perché il loro territorio non venisse più martoriato, è dei cittadini manganellati fuori dalle discariche, perché si ribellavano agli sversamenti, e di quelli derisi nei comizi pubblici, appellati come qualunquisti, fascisti e inconcludenti, perchè proponevano alternative per la gestione dei rifiuti “sgradite alla Impregilo dei Romiti”. Quei cittadini, oggi, siedono in Parlamento e in soli quattro mesi, in quota opposizione, hanno posto al centro del dibattito parlamentare il fenomeno dei roghi tossici nella Terra dei fuochi, riuscendo a far calendarizzare la discussione e la votazione.
Ora, la palla passa ai parlamentari campani degli altri partiti. I cinquestelle hanno dimostrato che il problema dei tempi del Parlamento non sono i regolamenti, la Costituzione, ma solo la volontà politica di affrontare certi temi. Quando, allora, la discussione sarà calendarizzata in quota maggioranza?