Suicidio Cacciola, arrestati familiari e avvocati
Le indagini sul suicidio della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola hanno portato all’arresto, in mattinata, dei familiari della vittima e di due avvocati.
Sono cinque gli arresti eseguiti dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta sul misterioso suicidio della collaboratrice di giustizia Maria Concetta Cacciola.
Destinatari dei provvedimenti emessi dalla Procura sono il padre, la madre e il fratello della Cacciola, in vero già in carcere, e due avvocati. Le accuse sono gravi, nello specifico: concorso in maltrattamenti in famiglia, concorso in violenza privata, concorso in violenza o minaccia per costringere a commettere un reato concorso in favoreggiamento personale. Tutti i reati sono, ovviamente, aggravati dall’accusa di aver favorito un sodalizio di tipo mafioso, i cinque infatti avrebbero agito nell’interesse di due cosche di ‘ndrangheta operanti nella zona di Rosarno, i Bellocca e i Cacciola.
Maria Concetta Cacciola, entrata in forte contrasto con la famiglia dopo aver deciso di collaborare con la giustizia, si è suicidata nel maggio 2011 ingerendo dell’acido muriatico ma la dinamica e le circostanze del gesto avevano lasciato più di un dubbio agli inquirenti. Le indagini hanno infatti portato i familiari ad una prima condanna per minacce ma la Corte d’assise aveva rinviato i documenti alla Procura chiedendo di investigare sull’ipotesi di omicidio, e non semplicemente di istigazione al suicidio. Gli arresti di oggi sono, anche, il frutto dell’attività investigativa nata in seguito al rinvio del Tribunale.