Strage di Boston, chiesta la condanna a morte per l’attentatore
Annunciata ieri la richiesta del procuratore generale
Eric Holder, procuratore generale degli Stati Uniti, ha richiesto la pena capitale per l’attentatore di Boston. Nonostante si sia sempre dichiarato profondamente contrario alla condanna a morte, Holder in qualità di ministro della giustizia non ha potuto esimersi dal presentare tale richiesta.
Nella strage di Boston avvenuta durante la maratona il 15 aprile scorso, morirono tre persone, tra cui un bambino di otto anni, mentre centosessanta furono ferite alcune in modo molto grave. Le bombe esplose sulla linea del traguardo erano state costruite con una miscela di chiodi ed esplosivi contenute in due pentole a pressione.
Dzhokhar Tsarnaev, tuttora detenuto in un carcere di massima sicurezza, aveva organizzato l’attentato insieme al fratello Tamerlan, rimasto ucciso in una sparatoria durante la caccia all’uomo scatenatasi dopo lo scoppio delle bombe. Sul giovane terrorista ceceno, unico imputato del processo, pendono ben trenta capi d’imputazione, dei quali diciassette prevedono la possibilità della condanna a morte. Il giudizio di cui ancora non è stata fissata una data avrà luogo in Massachusetts, uno Stato che non prevede nel suo statuto la pena capitale. Ma quello di cui sarà protagonista Tsarnaev è un processo federale in quanto il crimine da lui commesso è stato definito come un attacco alla Nazione. La richiesta del procuratore Holder ha già aperto un dibattito tra chi ritiene che non sia giusto derogare alle norme generali e chi invece reputa che la particolarità del caso giustifichi l’eccezione.
Secondo esperti giuridici non è escluso che la Casa Bianca possa ritirare la sua richiesta prima del processo se Tsarnaev si dichiarasse colpevole accettando una condanna esemplare che potrebbe risparmiargli l’esecuzione.