Pubblicato: mer, 11 Giu , 2014

Stasera si chiuderà il Sicilia Queer Filmfest

Ultimo giorno per vedere le pellicole che nessun cinema vi farebbe vedere

sq14_cartolinaSta per volgere al termine uno dei filmfestival queer più importanti del meridione, ed è in Sicilia. In una settimana il cinema De Seta nella cornice dei cantieri culturali alla Zisa, ha ospitato 52 pellicole straniere con tema glbt e new vision. “Siamo contenti di aver accolto la sfida di portare il festival in questo luogo che è stato abbandonato per anni – ha detto Andrea Inzerillo – ci è sembrato quasi un obbligo morale”. Dentro il cinema pubblico più grande del meridione sono stati proiettati film che l’industria cinematografica non produrrebbe mai. La cittadinanza ha risposto bene a questi temi, che vanno oltre le tematiche glbt, ed hanno uno sguardo indipendente che difficilmente le sale proiettano, poichè vengono penalizzati.

Con grande impegno, con il rischio di rimetterci di tasca propria l’associazione Sicilia Queer ha lavorato sodo e volontariamente per portare qualcosa di innovativo sullo scenario culturale palermitano. “ Si è disabituati al cinema in lingua originale e sottotitolato, cosa che in Europa è praticata – dice Inzerillo – noi abbiamo voluto dare la possibilità a Palermo di vedere film di qualità per tutti, per trasmettere ovviamente un messaggio politico”. Nella prospettiva di una società più giusta i diritti lgbt riguardano noi tutti. Essere queer è proprio questa capacità di veder le cose con spirito critico. “La Sicilia è storicamente queer – afferma Inzerillo – nonostante si tende a guardare al lato conservatore in realtà ha potenziale straordinario è questione di abitudine, noi esistiamo siamo alla 4ª edizione, cresciamo e siamo presenti tutto l’anno”. Il concetto trainante del cinema alternativo è che a certe cose bisogna abituarsi, urge essere stimolati. Dispiace che troppo spesso questi stimoli provengano esclusivamente dallo sforzo e dalla passione delle associazioni il più delle volte prive di solidità economica.

“Oggi il festival si conclude, la cittadinanza ha risposto bene, il cinema riesce a parlare a tutti – conclude Inzerillo – peccato che i media non sempre si fermino a dialogare come invece fanno gli spettatori. Se queer è apertura mentale, indipendenza di pensiero e cambiamento di orizzonti, il cinema riesce in questo intento. “ Il festival è un modo unico per squarciare quella nube di perbenismo e di assuefazione al “normale”. Non è facile, anzi per niente, riuscire a vedere film così particolari nelle sale italiane, anche in quelle dove il cinema d’Autore non lesina coraggio e intraprendenza cinematografica. Ho molto apprezzato il linguaggio e il coraggio di questi registi” ha commentato un visitatore.

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