Sicilia: il Pil diminuisce del 3,8%
Tutte le aree del Paese registrano contrazioni del Pil
Nel 2012, il Pil pro capite – cioè il Prodotto interno lordo per abitante – risulta pari a 31.094 euro nel Nord-ovest, a 30.630 euro nel Nord-est e a 27.941 euro nel Centro. Su un livello sensibilmente più basso si attesta il Pil pro capite del Mezzogiorno, con un valore di 17.416 euro, inferiore del ben 42% rispetto a quello delle regioni del Centro-Nord. Lo rivela l’Istat nella sua consueta attività di analisi dell’economia nazionale. Tra l’altro, la graduatoria regionale vede in testa la Provincia autonoma di Bolzano, con un Pil pro capite di oltre 37.000 euro e in coda la Campania con circa 16.400 euro.
Sempre nel 2012, a fronte di una diminuzione del 2,5% del Pil in volume a livello nazionale, tutte le aree del Paese hanno segnato un risultato marcatamente negativo. La flessione è risultata particolarmente consistente nel Mezzogiorno (-2,9%), più contenuta nel Nord-ovest (-2,3%), con il Nord-est e il Centro in posizione intermedia (-2,5%). Le regioni dove il Pil ha fatto registrare una maggiore contrazione sono: Sicilia (-3,8%), Basilicata (-3,6%) e Valle d’Aosta (-3,5%). All’opposto, la caduta dell’attività produttiva è stata più lieve: nella Provincia autonoma di Bolzano (-0,7%), in Toscana (-1,9%) e in Campania (-2%).
La contrazione del Pil si è accompagnata ad una marcata diminuzione, in tutte le ripartizioni, dei consumi in volume delle famiglie. Nella fattispecie, il calo è stato maggiore nelle regioni del Mezzogiorno (-4,7%) a fronte del -3,7% del Nord-est e del -3,9% del Centro. Secondo il nostro Istituto nazionale di statistica, nell’ultimo triennio, il Pil ha registrato andamenti differenziati a livello territoriale, con aumenti nel Nord-ovest e nel Nord-est (rispettivamente nella misura del +1,8 e del +0,9%), un calo contenuto nel Centro (-1,2%) e una contrazione maggiore nel Mezzogiorno (-3,8%). Ulteriormente, tra il 2009 e il 2012, l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro, ha registrato un calo dell’1,5% nel Centro-Nord e una caduta più che doppia (-3,4%) nelle regioni del Mezzogiorno.