Senatori Pdl si appellano al presidente Grasso, perchè il voto sulla decadenza rimanga segreto
La Giunta per il regolamento del Senato, a maggioranza, ha stabilito che il voto sulla decadenza da senatore di Berlusconi sarà palese. Ma, Giovanardi, Formigoni, Sacconi e altri 19 chiedono di ignorare la decisione.
Sette a sei. Il punto del vantaggio lo ha segnato Linda Lanzillotta, di Scelta civica. Il round dello scrutinio sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore se l’è aggiudicato la squadra con la casacca del voto palese, in Senato, nella Giunta per il regolamento. E’ solo il secondo tempo. Il Cavaliere, che ricorre alla metafora calcistica, confida nei tempi supplementari, ancora da giocare, e non si arrende. Sbaglia chi parla di vittoria, ha spiegato in mattinata. La decisione della Giunta è piuttosto “un clamoroso autogol della sinistra”. Il messaggio lanciato da Berlusconi, che è stato raccolto da Bruno Vespa per il libro Sale, zucchero e caffè, ha destinatari ben precisi: l’opposizione, quella interna al Pdl, e la maggioranza, quella delle larghe intese. Un invito a riflettere, perché “la partita è ancora aperta: la sentenza Mediaset è falsa e sarà ribaltata molto presto”.
Proprio come al bar sport il lunedì mattina, i commenti sulle tecniche e le strategie messe in campo si sprecano. Il verdetto della Giunta, per alcuni si presta anche troppo facilmente a critiche. Cambiare il sistema dello scrutinio proprio adesso, proprio nei confronti di Silvio Berlusconi ha il sapore di una decisione presa contra personam. Un boomerang. I parlamentari dovrebbero poter esprimere il loro voto liberi da condizionamenti. Il voto palese, invece, li esporrà alla verifica da parte di chi, in virtù della legge elettorale in vigore, li ha nominati d’ufficio. E’ questione di trasparenza, ribattono altri. Soprattutto chi aveva ventilato un patto scellerato che alcuni avrebbero potuto siglare per scongiurare la decadenza di Berlusconi e per garantire la stabilità del governo Letta. Un prezzo troppo alto da pagare, che avrebbe lasciato margini troppo ampi al sospetto.
Il Pdl, nel pomeriggio, ha giocato l’ultima carta. Per rimanere nell’ambito della metafora calcistica, si è appellato contro la decisione dell’arbitro. Ventidue senatori, tra cui Formigoni, Giovanardi e Sacconi, hanno sottoscritto un documento indirizzato alla seconda carica dello Stato. Hanno chiesto al presidente del Senato, Pietro Grasso, di ignorare la decisione presa a maggioranza dalla Giunta per il regolamento, affinché il voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore rimanga comunque segreto.