Se il coniuge è mammone per la Chiesa il matrimonio è nullo
Monsignor Paolo Rigon, vicario giudiziale, nella relazione introduttiva all’apertura dell’anno giudiziario ecclesiastico: «Il mammismo, ovvero la “dipendenza psicologica dal genitore” è tra le forme di dipendenza che possono essere prese ad esempio per la dichiarazione di nullità del matrimonio»
Se un coniuge è mammone la sua metà potrebbe chiedere la separazione per giusta causa e l’annullamento. A sostenerlo Monsignor Paolo Rigon, nella sua relazione introduttiva all’apertura dell’anno giudiziario ecclesiastico ligure. Secondo il prelato «il «mammismo» ovvero la «dipendenza psicologica dal genitore» è tra le forme di dipendenza che possono essere prese a esempio per la dichiarazione di nullità del matrimonio, dal momento che si tratta di una delle cause di incapacità di assumere gli oneri coniugali
Grave forma di dipendenza patologica, secondo Rigon, insieme a tante altre forme di dipendenza che mettono gravemente a repentaglio la vita coniugale e dalle quali non c’è la volontà di staccarsi. «La prima – continua il vicario giudiziale – è quella della dipendenza patologica dai propri genitori per cui per ogni scelta, per ogni mossa, è necessaria l’approvazione del genitore che di fatto diventa patologicamente il vero coniuge, mentre la persona che si è sposata sarà solo la sostituta».
Rigon, elencando le insidie della vita di coppia, fa riferimento anche alle «problematiche di tipo sessuale che impediscono o rendono gravemente difficoltosa l’unione coniugale impedendo una normale e naturale vita sessuale di coppia. Tutte le deviazioni e aberrazioni di carattere sessuale incidono in modo gravissimo perché la vita sessuale non è equilibrata. In genere – ha concluso Rigon – le deviazioni sessuali traggono origine da impostazioni di vita vissute fin dalla giovinezza».