Sanità a pezzi. Sabato manifestazione a Roma, i medici chiamano all’adunata i cittadini.
“Questo Governo non ci convoca e non ha un progetto chiaro sulla sanità” La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri in piazza a Roma con i sindacati ed i cittadini. Sciopero della sanità proclamato per il 6 dicembre.
Sabato 28 novembre i medici italiani danno appuntamento a Roma, a tutti, in pieno centro, a poche decine di metri dall’altare della Patria, in piazza Santi Apostoli per una manifestazione a partire dalle ore 15. La sfida non è da poco, vista l’aria pesante che si respira ormai da giorni nella Capitale, tra sirene spiegate e falsi allarmi bomba, ma in ballo ci sono la dignità e la salute. Una protesta che punta alla proposta e che i vertici della Federazione dei 103 ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri, oggi in conferenza stampa a Roma, non hanno esitato a definire “una battaglia per la civiltà”.
Diecimila i volantini stampati che saranno distribuiti nelle sedi provinciali degli ordini con ritratta una cartina a puzzle, dove le regioni hanno colori molto diversi tra loro, perché le diseguaglianze tra città e città ci sono ancora e gli italiani lo sanno bene. Quello che invece ora è più chiaro è che nessuno degli attori competenti a sedersi ad un tavolo progettuale, professionisti della sanità o associazioni di cittadini, vi abbia partecipato e che il patto del Governo sulla salute sia ambiguo.
“Il Governo è ambiguo, non capiamo se si stia destrutturando la sanità pubblica in sordina ed in cambio di quale progetto o sistema”, lamentano oggi in conferenza stampa a Roma, Roberta Chersevani e Maurizio Scassola, rispettivamente, la presidente ed il vicepresidente della FNOMCeO. Confermano le loro preoccupazioni Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri, dirigenti sindacali del territorio ed ospedalieri. In pochi anni, andranno in pensione 13 mila medici, il sistema è spinto a sopravvivere al 6,5% del pil nazionale, il più basso d’ Europa, a fronte di una popolazione che invecchia e di una fascia media della popolazione che non potrà più pagarsi nulla, tantomeno la sanità privata e che non avrà neanche la sicurezza delle pensioni. Un disastro socio sanitario annunciato, a fronte di una proposta e di un progetto di soli tagli e conti ragionieristici.
Tanti i quesiti a cui non si riceve una risposta chiara, trasparente, ma le norme nazionali si complicano e si contraddicono con quelle regionali, talvolta davvero poco omogenee tra loro, come ha dimostrato la vicenda sull’orario ed i turni di lavoro. L’assicurazione privata è sostitutiva o integrativa? Molti i quesiti a cui la Federazione Nazionale dei medici e degli odontoiatri non riesce a rispondere ed è per questo che per la prima volta il variegato mondo delle sigle della professione medica sembra davvero marciare compatto, sotto l’egida della rappresentanza della professione. Non mancano le questioni sul ricambio generazionale e sul percorso dei ventisettemila giovani medici laureati che non hanno accesso alle specializzazioni e che restano dei professionisti in sospeso. Dubbi anche sulle multinazionali che riorganizzano il lavoro in un’ ottica di efficienza e di marketing che depaupera la relazione medico-paziente. Sembrerebbe un gran minestrone di istanze e di rivendicazioni, ma la novità è che questa professione dai tanti volti, di privilegiati e non, sabato non scenderà in piazza per rivendicazioni sindacali su di un nuovo contratto, ma per chiedere con vigore un ruolo politico nella discussione su di una visione culturale ed organizzativa della società che vogliamo essere. “L’invito a Roma è aperto, rivolto alle associazioni dei pazienti, o meglio, dei cittadini”- ha ribadito il vicepresidente della Federazione Nazionale, Maurizio Scassola – perché anche noi medici siamo prima di tutti dei cittadini.