RSF: In Italia migliora la libertà di stampa per i giornalisti
Secondo l’ultimo rapporto dell’organizzazione, il paese tricolore si stanzia al 49simo posto nella classifica mondiale
Una notizia positiva per il nostro paese. Infatti, secondo la valutazione del rapporto 2014 sulla libertà di stampa nel mondo, dell’organizzazione francese RSF (Reporter sans Frontières), presentata ieri a Parigi, l’Italia, rispetto all’anno scorso ha recuperato ben nove punti, attestandosi dal 57simo al 49simo posto, sui 180 della classifica mondiale.
Un miglioramento, quindi, per la libertà d’espressione dei giornalisti italiani, che ci fa un po’ avvicinare ai livelli dei paesi dell’Europa del nord come la Finlandia, la Norvegia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, in testa alla classifica, come il 2013. La stessa RSF ha confermato che: «Nell’Europa meridionale, l’unico sviluppo positivo si registra in Italia, finalmente uscita da una spirale negativa e che sta preparando una legge incoraggiante per depenalizzare la diffamazione a mezzo stampa». Il bel paese passa, dagli stati con “problemi sensibili” a quelli “con una situazione piuttosto buona”, rimanendo, però, pur sempre, con il colore giallo, nella cartina di RSF.
La Francia cala di un solo punto, scendendo al 39simo posto mentre la Grecia, anche grazie alla forte crisi economica e all’insorgere dei movimenti populisti antieuropei, scivola al 99simo posto, perdendo ben 14 punti. Male soprattutto per Gran Bretagna e Stati Uniti: la prima perde tre punti arrivando al 33simo posto, mentre i secondi ne perdono addirittura 13, raggiungendo il 46simo posto. RSF a riguardo ha spiegato: “ La condanna a Bradley Manning, nel caso Wikileaks e la stessa vicenda Snowden, suonano come un avvertimento per chiunque cerchi di rivelare informazioni di interesse generale”. Mentre la Russia, pur con le condannate regole anti propaganda Lgbtqi, rimane stabile rispetto allo scorso anno, la Repubblica Centrafricana finisce al 109simo posto, arretrando di 43 posizioni, per via dei sanguinosi attacchi e forti intimidazioni contro i giornalisti. Ma il paese che più di tutti sconvolge l’opinione pubblica è senza dubbio la Siria (177simo posto): dal 2011 al 2013 sono stati assassinati più di 130 giornalisti, diventati ormai mirino delle due opposte fazioni della guerra civile, i ribelli estremisti e l’esercito di Assad. Per ultimi Turkmenistan (178), la Corea del Nord (179) e l’Eritrea (180).
Alessandro Marsala