Rosa Parks, il rifiuto che cambiò la storia
Ricorre il 58° anniversario dalla sera in cui Rosa Parks venne arrestata per disobbedienza civile
Per la storia dell’affermazione dei diritti civili, Rosa Parks rappresenta un personaggio fondamentale che con un gesto piccolo nella sua effettività, ma grande nel suo significato, ha determinato un definitivo punto di svolta. La modesta sarta di Montgomery è infatti the woman who didn’t stand up, la donna che non si alzò, la donna che con un deciso diniego ha contravvenuto volontariamente alle Leggi Jim Crow sulla segregazione razziale.
La sera del 1 dicembre 1955 Rosa, stanca dopo una lunga giornata di lavoro, salì sul bus diretto verso casa e si sedette nel settore riservato ai bianchi, poiché i sedili dedicati ingiustamente agli afroamericani erano tutti occupati. Quando dei bianchi reclamarono il posto, Rosa rifiutò di alzarsi: l’autista, indignato, fermò il mezzo e chiamò la polizia, facendo così arrestare la donna per disobbedienza civile.
L’arresto della Parks ha scatenato le reazioni della comunità afroamericana di tutti gli Stati Uniti, compreso colui che all’epoca era conosciuto ”soltanto” come il pastore protestante Martin Luther King. Proprio dal capostipite della lotta antirazziale nacque l’idea del boicottaggi dei mezzi pubblici della città di Montgomery, protesta che durò per più di un anno. Nel 1956 la Corte Suprema, riconoscendo l’anacronismo della segregazione sui mezzi pubblici, dichiarò la relativa legge anticostituzionale, sancendo così l’inizio di un lungo processo che porterà, non senza momenti drammatici, all’uguaglianza formale tra le etnie.
Ad oggi, dunque, Rosa Parks rappresenta un simbolo non solo per la popolazione afroamericana, ma per chiunque: la sarta di Montgomery, infatti, con un semplice ma potente «no» ha dimostrato quanto possa essere concreta la possibilità di sovvertire le iniquità della società, se si ha il coraggio di farlo.