Restituite il Mar. Masi al Reparto investigativo dei CC per la cattura dei latitanti
La petizione on-line promossa dal Movimento delle Agende Rosse – Sognatori Resistenti “R. Fonte e A. Montinaro” – Salento a favore del caposcorta del pm Nino Di Matteo
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Ministro della Difesa
Al Comandante generale dell’Arma dei carabinieri
Non deve più accadere che chi è sulle tracce di Matteo Messina Denaro venga trasferito altrove, come, ad esempio, è accaduto a Giuseppe Linares, l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani, prima promosso alla divisione anticrimine della Questura di Trapani e poi assegnato alla Dia di Napoli.
Linares era il nemico numero uno del superlatitante Messina Denaro. Insieme ai pm aveva per anni fatto terra bruciata intorno al boss. Ora è stato “promosso” e trasferito. Ma se per Linares è stata una promozione la causa dell’allontanamento da quel territorio che ormai conosceva così bene da infierire non solo sull’ala militare di cosa nostra ma anche sulla cosiddetta “zona grigia”, per il Maresciallo capo dei carabinieri Saverio Masi, che parimenti si prodigava per la cattura di Messina Denaro, nessuna promozione sarebbe stata idonea a distoglierlo dal suo obiettivo. A fermarlo è stato un processo per tentata truffa e per falso materiale avviato nei suoi confronti per una sanzione stradale di 106 € subita mentre era in servizio.
Sembra incredibile, soprattutto se si pensa che il generale Ganzer, malgrado una condanna a 14 anni per narcotraffico, ha continuato a comandare il Ros e ad occuparsi di indagini ed, infine, indisturbato, ha lasciato il comando del Reparto non per effetto della condanna (ridotta a 4 anni e 11 mesi di reclusione in appello, il 13 dicembre 2013), ma “per raggiunti limiti d’età”, cioè per la pensione.
In un momento della nostra storia in cui sembra che la corruzione, il malaffare, le mafie e la malapolitica abbiano sempre la meglio, abbiamo avuto il privilegio di incontrare veri Uomini, che hanno Coscienza ed Etica e, per di più alcuni di loro, indossano la divisa della Benemerita.
Uno di questi è senza dubbio il Maresciallo Saverio Masi che, malgrado già dalla fine del 2008 sia stato allontanato dal Reparto Operativo in cui aveva prestato eccellente servizio, per l’assurda vicenda di una multa da 106 euro, fino alla denuncia per diffamazione per un’intervista sulle sue vicende rilasciata dal suo avvocato, ancora sogna un Paese libero dalle ingiustizie e dalle mafie grazie anche alla divisa che indossa.
Si, perché lui sente la Responsabilità di quel giuramento fatto sulla Costituzione e, prima ancora, di quello fatto a se stesso quando ancora bambino assistette all’omicidio del Cap. Basile. Fu allora che in cuor suo decise che sarebbe diventato un bravo Carabiniere e avrebbe arrestato i mafiosi. Rinunciò infatti al posto in banca già pronto per lui all’età di vent’anni per arruolarsi con l’idea di collaborare quanto prima con il Giudice Paolo Borsellino.
Purtroppo, lo straordinario Giudice venne ucciso prima che lui avesse finito il corso sottufficiali.
Il suo sogno però poteva realizzarlo al fianco del Giudice che indaga sulla nefasta trattativa Stato-Mafia che fu la causa delle stragi del 92, Nino Di Matteo. Ebbene, oggi il Maresciallo Masi per uno strano destino è accanto al dottor Nino di Matteo, non come prezioso investigatore, ma come suo ottimo Capo Scorta.
Certamente questo ruolo è importante, perché il Dott. Di Matteo sa di avere accanto un Uomo di cui potersi fidare ma, a nostro avviso, non valorizza le potenzialità di Saverio Masi che certamente potrebbe coadiuvare il Dott. Di Matteo proprio nelle delicate indagini che gli hanno causato le minacce di morte di Riina.
Noi siamo certi infatti che quel Carabiniere, che sin dal 2001 avrebbe voluto arrestare Provenzano e che già nel 2005 era sulle tracce di Matteo Messina Denaro, che ha avuto il coraggio di testimoniare nel processo Mori – Obinu denunciando ciò di cui era venuto a conoscenza, ascoltando la sua coscienza, compiendo quindi il suo dovere che onora la divisa che indossa, restituirà Dignità alla Benemerita e all’intero Paese se ricollocato nel Servizio per cui si era arruolato e per cui è vocato.
La società civile CHIEDE quindi che il Maresciallo Saverio Masi venga restituito quanto prima al Reparto Investigativo dei Carabinieri di Palermo, perché sente la necessità di uno Stato che abbia anche il suo volto per potersi fidare e per poterne essere fieri. Fino a quando il Maresciallo Masi non rientrerà nel suo reparto originario, noi non avremo alcuna garanzia che questo Paese voglia davvero salvare la sua parte migliore.
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