Respinto il ricorso del Palermo
Il Palermo si è visto respingere il ricorso per ripetere l’ultima partita, secondo i rosa l’arbitro non poteva essere imparziale.
Non si placano le polemiche per l’arbitraggio di Carpi- Palermo.
Il direttore di gara, Renzo Candussio, non è incappato in un sabato fortunato lo scorso 21 dicembre. Ad aver da recriminare è il Palermo, vistosi sfavorito da alcune decisioni oggettivamente discutibili. Il clima teso della partita, finita con 5 espulsioni tra i rosanero, è stato ulteriormente riscaldato dalla notizia che il padre di Candussio fu licenziato 5 anni fa da una società del gruppo facente capo a Maurizio Zamparini, proprietario del Palermo. La squadra rosanero aveva subito messo in relazione l’arbitraggio sfavorevole con un senso di rivalsa della giacchetta nera nei confronti del patron rosanero, arrivando anche a presentare ricorso per chiedere la ripetizione della gara.
Come prevedibile, il giudice sportivo ha respinto la richiesta del Palermo giudicandola come «inammissibile». In aggiunta a questo, va sottolineato che Candussio già in passato aveva diretto una gara dei rosanero, Palermo-Varese dello scorso 26 ottobre, e in quell’occasione non ci fu alcuna polemica per l’arbitraggio, sicuramente un punto a sfavore per la tesi della “vendetta contro Zamparini”.
Il prossimo 26 dicembre l’arbitro di Cervignano sarà regolarmente in campo per arbitrare Reggina-Avellino, evidente segno che gli organi competenti non hanno ritenuto l’arbitraggio in quel di Carpi degno di biasimo e non hanno voluto fermare il fischietto friulano, così come accade di solito in caso di marchiani errori. Il direttore generale palermitano, Giorgio Perinetti, ha bollato la decisione del designatore arbitrale come «forma di difesa del sistema» reiterando la richiesta del club di non essere più arbitrato da Renzo Candussio.
Inutile dire che le polemiche sugli arbitraggi sono, da sempre, il vero leitmotiv del campionato italiano, di qualunque categoria. Tra l’altro proprio i rosanero erano, fino a poche settimane fa, additati come “squadra protetta” per aver tratto giovamento da alcuni errori arbitrali, curioso (ma non troppo) come il giudizio si sia ribaltato nel giro di tre o quattro gare.