Renzi presenta la sua legge elettorale: “Chiamatela pure Italicum”
Al congresso Pd passa la mozione, d’accordo anche Berlusconi
Doppio turno contro le larghe intese. Il Partito Democratico piange con un occhio dopo l’affronto di Renzi, reo di essersi accordato con il condannato ed acerrimo nemico (ma alleato fino a poco tempo fa) Silvio Berlusconi anche se l’ala ‘sinistra’ del partito non ci sta.
Il sistema spagnolo, detto anche “porcellino”, verrebbe così arricchito di una componente cara al centrosinistra come il doppio turno alla francese che prevede la possibilità di un ballottaggio tra le due coalizioni che hanno ottenuto più voti.
In parole povere se ci fosse stato il ballottaggio nel voto di febbraio molto probabilmente non ci sarebbero state le larghe intese; i due candidati di Pd e Pdl (Bersani e Berlusconi) si sarebbero sfidati in un secondo turno.
Qualora quindi nessuna coalizione raggiunga la soglia del 35% dei consensi, utile per l’accaparramento del premio di maggioranza del 15%, si tornerà a votare dopo due settimane proprio per assegnare il bonus che consente di ottenere una maggioranza certa alla Camera.
Rimangono liste bloccate di sei candidati per circoscrizione e gli sbarramenti sembrano essere probabilmente eccessivi (al 5% per i partiti in coalizione e quello dell’8% per le forze che si presentano da sole, 12% per le coalizioni); Alfano e Grillo non si preoccupano ma altri partiti minori sicuramente si.
Durante la direzione Pd- la proposta passa con 111 si e 34 astensioni – furibondo Cùperlo per le liste bloccate che sbatte la porta e minaccia le dimissioni da presidente accusando il sindaco di Firenze di troppo personalismo. “La proposta di legge elettorale non è convincente – afferma Cuperlo – perchè non garantisce una rappresentanza adeguata e nemmeno il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti – e continua – Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell’8 dicembre? Allora è inutile convocare la direzione.” Secca la replica di Renzi: “Potevamo parlare delle preferenze anche in passato, lo scontro interno al Pd è un ottimo momento di dibattito e riflessione di idee diverse ma fuori dobbiamo seguire una linea unita.”