Rehn: «ulteriori aggiustamenti per l’Italia»
Il commissario europeo agli affari economici, il finlandese Olli Rehn, commentando il taglio nelle previsioni economiche italiane ha annunciato la possibilità di nuove correzioni al bilancio
Doccia fredda per i conti italiani da Bruxelles. Nella giornata di ieri, il commissario Olli Rehn, in occasione della presentazione delle previsioni economiche della UE, ha rivisto la ribasso le stime sul bilancio italiano. Secondo i tecnici europei il deficit per quest’anno, previsto al 2,9% a maggio, si attesterà al 3% mentre si fermerà al 2,7%, e non al 2,5%, quello per il 2014. Non solo le stime sul deficit ma anche quelle su debito e PIL sono state riviste, il debito pubblico toccherà il record del 134% nel 2014, calando al 133,1% solo nel 2015. Per quanto riguarda il PIL, la contrazione di quest’anno sarà del 1,8% e non del 1,3% mentre è confermata la previsione per l’anno venturo: +0,7%.
Il ritocco delle stime è ricca di implicazioni, dato che, come ricordato dallo stesso commissario, uno scostamento anche di un decimale può far sforare il tetto del 3% deficit/PIL, facendo ripiombare l’Italia nella procedura di infrazione da cui è uscita di recente. Nonostante questo, Rehn ha lodato gli sforzi fatti in questi mesi per riportare sotto controllo il bilancio pubblico ricordando l’importanza di lasciare invariati i saldi della finanziaria in discussione in questi giorni. La legge di stabilità, è utile ricordarlo, tra qualche settimana dovrà ricever l’ok di Bruxelles e l’invito di Rehn, specie quando ha fatto riferimento alla “necessità di ulteriori aggiustamenti”, sembra voler mettere la mani avanti. Il richiamo ad un ulteriore manutenzione della politica economica del commissario europeo, rivolto soprattutto a Spagna e Italia, fa sicuramente riferimento all’alta disoccupazione spagnola e alla flebile crescita italiana, due importanti criticità che rischiano di vanificare i sacrifici fatti.
Commentando i dati per l’intera Unione, Rehn ha mostrato un cauto ottimismo prevendendo l’uscita dall’attuale recessione per l’anno prossimo: nel 2014 il PIL europeo si attesterà al +1,1% consolidandosi al +1,7% nel 2015. Ad ogni modo se c’è un certo ottimismo per i dati riguardanti la crescita e i conti pubblici, rimane la preoccupazione per l’alto livello della disoccupazione. Questa, come normale, risente del PIL con circa un anno di ritardo, quindi non si aspettano miglioramenti prima del 2015 quando calerà, a livello europeo, all’11,8% dal 12,3% attuale. A questo riguardo critiche sono le condizioni del sud Europa, con Grecia e Spagna che rimarranno con una disoccupazione oltre il 25%, situazione relativamente migliore per l’Italia che avrà un tasso dei senza lavoro allineato alla media europea quindi intorno al 11%.
Quello di ieri è l’ennesimo annuncio di imminente fine della recessione ma a differenza degli altri questa volta sembra corroborato da dati macroeconomici che inducono ad un certo ottimismo. È importante ricordare che, anche se le economie torneranno a crescere, recuperare quando perso in questi anni sarà durissimo. Solo per citare l’Italia, se le previsioni sono giuste, a fine 2014 dopo un anno di ripresa ritorneremo al livello di metà 2013 dato che per quest’anno è previsto un calo dell’1,8% nel PIL, più del doppio della crescita prevista l’anno prossimo. A smorzare ulteriormente l’ottimismo, per quanto riguarda l’Italia, il fatto che probabilmente usciremo dalla recessione senza aver fatto quelle riforme necessarie che fungerebbero da anticorpi contro le future crisi.