Reggio Calabria, boss dato in pasto ai maiali
E’ stato ucciso in questo modo uno dei protagonisti di una faida sanguinaria ripresa nel 2012
«È stata una soddisfazione sentirlo strillare. Mamma mia come strillava, io alla fine non ho visto niente, per me non è rimasto niente, ho detto: come mangia sto maiale!». Grazie al contenuto di una telefonata tra Simone Pepe e i suoi amici, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione Erinni, hanno scoperto i dettagli della morte di Francesco Raccosta, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Il motivo dell’omicidio è da ricercare nella faida che ha ripreso a dilagare nel 2012 tra le famiglie Mazzagatti e Polimeni in guerra con i Ferraro-Raccosta dal 1950. Francesco Raccosta sarebbe l’assassino del boss Domenico Bonarrigo, schieratosi al fianco delle famiglie Mazzagatti e Polimeni, per questo motivo Simone Pepe, killer dei Bonarrigo, lo avrebbe dato in pasto ai maiali. Una faida cruenta quella tra le famiglie coinvolte che non ha risparmiato donne e bambini innocenti come Maria Angela Ansalone che, in compagnia del nonno Giuseppe Maria Bicchieri, si trovava su una Croma scambiata dai killer per nemici e venne uccisa dai colpi di una mitraglietta a soli nove anni.
L’inchiesta che ha chiarito le dinamiche dell’uccisione di Raccosta, ha portato anche all’arresto di venti persone, tra cui un minore, e al sequestro a Roma di ottantotto immobili della cosca Bonarrigo per un valore di circa 70 milioni di euro.