Referendum Svizzera: frattura con l’UE
La popolazione svizzera ha votato per il contingentamento dei lavoratori europei all’interno del Paese, si vanificano così i rapporti con l’Unione
Il referendum avvenuto ieri in Svizzera rappresenta un duro colpo per l’Unione Europea, che vede rinnegati i precedenti accordi con il paese elvetico in merito alla circolazione dei lavoratori.
Con il 50,3% dei voti favorevoli, viene così stabilita la necessità di introdurre un contingentamento dei lavoratori europei, ossia un tetto al numero dei lavoratori (cittadini europei) che si recano in Svizzera per lavoro. La limitazione al flusso lavorativo incrina così considerevolmente i rapporti tra la Svizzera e l’Unione Europea, già complessi ed ambigui. La scelta referendaria fa crollare l’impalcatura di Schengen, alla quale la Svizzera ha aderito nel dicembre 2008 garantendo l’equiparazione dei lavoratori europei a quelli elvetici.
Le conseguenze del voto sono state acclamate positivamente dalle fazioni euroscettiche del paese, tra cui l’Unione Democratica di Centro, partito di centrodestra svizzero, che ha promosso il referendum in quanto unico mezzo per limitare il flusso migratorio all’interno del paese.
I partiti di opposizione temono invece che questa vittoria anti-europeista possa andare contro gli interessi del Paese stesso, compromettendo i rapporti non solo con le istituzioni europee, ma anche con gli altri paesi membri del mercato unico.