Rajoy, retromarcia sull’aborto
Il Primo Ministro spagnolo rivede la “Legge sulla salute sessuale e riproduttiva e sull’interruzione volontaria della gravidanza” del governo Zapatero
Poco prima di Natale il governo spagnolo ha approvato una nuova legge sull’aborto che annulla quella del governo Zapatero del 2010, sancendo così la possibilità di provvedere all’interruzione volontaria di gravidanza solo in caso di stupro o di rischio per la salute della donna. La precedente legge, invece, prevedeva l’aborto entro le 22 settimane anche per i casi di malformazione del feto, eventualità adesso annullata in nome della tutela dei diritti del concepito.
La legge, dall’emblematico nome “Legge di protezione dei diritti del concepito e della donna incinta” rappresenta così una netta inversione di tendenza restrittiva e conservatrice nell’ambito dei diritti delle donne, di cui la Spagna è stata portabandiera dal 2010 per merito dell’impronta progressista di Zapatero.
Mentre la sinistra spagnola insorge, il governo ha organizzato per il giorno della Sacra Famiglia una messa all’aperto in Plaza de Colon a Madrid, celebrando con l’occasione la nuova svolta anti-abortista. Il fenomeno ha così spaccato letteralmente in due l’opinione pubblica della Spagna, un paese permeato da un forte credo religioso ma anche da una grande inclinazione nei confronti delle libertà personali e del diritto di scelta.