Quando Grillo fa il giornalista
Giornalista del giorno?
Ogni buon giornalista sa che la faziosità sta nelle piccole cose, ma anche per essere faziosi bisogna essere bravi a nascondere la mistificazione nei dettagli. Grillo non è mai stato un bravo mistificatore, avendo sempre preferito l’asfaltatrice al labor limae, e la nuova rubrica del suo blog «Giornalista del giorno» è un fulgido esempio di come non andrebbe scritto un articolo di giornale, specialmente se si vuole essere faziosi senza darlo troppo a vedere.
Contrariamente alle aspettative, «Giornalista del giorno» non è un premio in stile «Impiegato del mese» o «Papà dell’anno», ma uno spazio nel quale vengono segnalati i giornalisti critici verso il Cinque Stelle, con lo scopo deliberato di scatenare l’indignazione del popolo pentastellato. Maria Novella Oppo ha avuto l’onore di essere la madrina di tale rubrica, poiché il primo articolo è stato dedicato alle sue malefatte:
Maria Novella Oppo si vanta di lavorare all’Unità dalla fine del ’73. Da allora non ha mai avuto un altro lavoro ed è mantenuta dai contribuenti da 40 anni grazie ai finanziamenti pubblici all’editoria che il MoVimento 5 Stelle vuole abolire subito. La Oppo appena può diffama pubblicamente il M5S. Per esempio sulla protesta di ieri alla Camera: “Ogni giorno una pagliacciata dei grillini […] fanno casino [nel testo originale è «fare casino», ndr] […] dimostrano di non saper fare e di non aver fatto niente per il popolo italiano […] inscenano gazzarre […] sono succubi di Berlusconi“.
Pur sorvolando sul «40» scritto a numero, così come sulla frase di tre righe senza virgole, un occhio attento non può non notare le citazioni telegrafiche di due parole, in genere un buon indicatore di un lavoro di «taglia e cuci». Leggendo l’articolo originale si scopre che non solo alcune parole sono inesatte, ma che i pezzi saltati sono chilometrici pur essendo estremamente interessanti:
Ma, per fare casino in aula e fuori, i soldi pubblici che i deputati grillini si sono tenuti sono comunque troppi, anzi dovrebbero essere loro a pagare noi spettatori contribuenti per il disturbo; per non parlare della pubblicità gratuita che si fanno a spese delle reti tv.
Non è difficile delegittimare qualcuno riportando le sue critiche; più difficile, invece, è farlo quando le sue critiche colgono nel segno. Non è un mistero che molti eletti del Cinque Stelle non abbiano ridotto il loro stipendio, così com’è evidente che ciò sia la causa di tensioni laceranti all’interno del movimento. Deve essere questo quello che ha pensato lo staff di Grillo quando ha letto “soldi pubblici”, decidendo saggiamente di non riportarlo sul blog: meglio evitare ogni richiamo, anche indiretto, agli stipendi degli Onorevoli Grillini, e creare ad arte un bel collage per far sfogare il popolo nei commenti. Ma non funziona così, basta aver scritto una tesi di laurea per sapere che le citazioni devono essere, prima di tutto, complete e organiche, e solo eventualmente incisive e azzeccate.
Michele Serra ha scritto, a proposito del mestiere del giornalista, che le parole ben assestate sono un dono di libertà alla comunità nella quale si vive, e che solo pochi giornalisti riescono a essere all’altezza di questo dono. Leggendo articoli come quello di Grillo, in effetti, viene spontaneo pensare che sia così.
(reporter diffuso)